Lawyers4Rights, conclusione positiva del progetto di Confprofessioni

Il 24 giugno si è svolta la conferenza finale: presentati i risultati del progetto e le principali conclusioni riguardanti la sensibilizzazione degli avvocati e l'applicazione della Carta dei diritti fondamentali

Con l’organizzazione della conferenza finale, il progetto Lawyers4Rights è in procinto di terminare. Nell’arco di più di due anni, il progetto ha svolto una ricerca sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali a livello nazionale (in Bulgaria, Italia e Spagna) e ha organizzato una serie di seminari sia transnazionali che nazionali. Ora è il momento di passare in rassegna ciò che abbiamo realizzato finora, nonché di fare il punto su ciò che resta da fare.

Centinaia di avvocati provenienti da diversi paesi sono stati coinvolti nelle diverse attività del progetto, dimostrando un risultato soddisfacente in termini di sensibilizzazione sulla Carta e – in particolare – sul ruolo chiave che gli avvocati svolgono nella sua applicazione.

La conferenza finale, tenutasi il 24 giugno, avrebbe dovuto aver luogo in presenza, nella città di Bruxelles, ma a causa delle restanti incertezze causate dalla pandemia i partner del progetto hanno optato per un evento a distanza. La conferenza ha presentato i risultati del progetto e le principali conclusioni riguardanti la sensibilizzazione degli avvocati e l’applicazione della Carta, e soprattutto le carenze e i bisogni individuati. Particolare attenzione è stata poi dedicata ai prossimi passi, considerando i recenti sviluppi a livello UE, come la Strategia per rafforzare l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali nell’UE, pubblicata dalla Commissione europea.

Relatori provenienti da diversi settori hanno preso parte alla conferenza, presentando le prospettive di diverse parti interessate: avvocati, mondo accademico, sistema giudiziario, istituzioni europee. Inizialmente, il direttore esecutivo del partner capofila ha dato il benvenuto ai partecipanti e ha presentato brevemente quanto fatto finora. Poi è stata la volta delle istituzioni europee. Il sig. Postulski della Commissione europea ha illustrato come la formazione giudiziaria della CE sul diritto europeo può essere utilizzata come strumento per aumentare la consapevolezza degli avvocati sulla Carta. Ha spiegato che molto è stato fatto negli ultimi dieci anni, dall’adozione della prima strategia sulla formazione giudiziaria, ma molteplici sfide sono ancora presenti e saranno affrontate attraverso la seconda strategia pubblicata il 2 dicembre 2020. Per quanto riguarda gli avvocati, l’obiettivo è quello di consentire al 15% di loro di ricevere annualmente formazione sul diritto comunitario. La formazione sulla Carta rimane una priorità fondamentale e deve concentrarsi in particolare sul suo ambito di applicazione e sull’interazione tra la Carta e le convenzioni europee. Per migliorare l’applicazione della Carta a livello nazionale, Moreno Diez del CESE ha suggerito di rafforzare la capacità complessiva della società civile, di fare ampio ricorso alle competenze dell’Agenzia per i diritti fondamentali e di potenziare lo sforzo di diffusione.

Quindi, sono gli accademici a prendere la parola. Il prof. Salvatore ha discusso le regole procedurali dei rinvii pregiudiziali per la tutela dei diritti fondamentali. Il prof. Buratti ha affrontato la situazione della formazione sui diritti fondamentali nelle facoltà di giurisprudenza, evidenziando ad es. la mancanza di un’adeguata competenza inglese, di sufficiente spazio dedicato al diritto internazionale e al diritto comparato nonché ai diritti fondamentali. Il Prof. Tiberi ha presentato l’approccio della Corte Costituzionale italiana alle violazioni dei diritti fondamentali.

Nella sessione finale, il giudice Dechev ha spiegato la questione dell’indipendenza dei giudici distaccati e il sig. Toggenbrug dell’Agenzia per i diritti fondamentali si è concentrato sul futuro della Carta e sulla strada da seguire. Analizzando la situazione attuale, ha sottolineato alcune debolezze come il fatto che alcune disposizioni sono poco conosciute (mentre altre hanno una posizione di rilievo) e che la Carta non è utilizzata in più della metà di tutti i processi di elaborazione politica a livello dell’UE. Allo stesso tempo, ha ritenuto che vi siano anche alcune note positive come il crescente ricorso alla Carta. Ha suggerito alla comunità giuridica di verificare la possibile applicazione della Carta (art. 51) nella pratica quotidiana e di avvalersi della formazione e degli strumenti disponibili. Da parte degli Stati membri, si può fare molto per migliorare l’attuazione della Carta, ad esempio modificando le norme sul processo legislativo. Questi suggerimenti permetterebbero alla Carta di avere un futuro radioso. A chiusura della conferenza, i partecipanti alle attività precedenti hanno presentato la loro prospettiva su ciò che hanno appreso e che porteranno con sé dopo aver partecipato al progetto.

In conclusione, la conferenza è stata l’occasione per mostrare cosa è stato fatto durante l’esecuzione del progetto e qual è stato l’impatto delle attività formative svolte. Anche se è necessaria più formazione e la Carta è ancora sottoutilizzata, Lawyers4Rights ha rappresentato un passo avanti verso una migliore conoscenza dei diritti fondamentali dell’UE e una maggiore consapevolezza della Carta tra gli avvocati.

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