Politica di coesione 2021-2027, l’Italia adotta l’accordo di partenariato

Grazie all'adozione dell'accordo con la Commissione europea, l'Italia riceverà per il prossimo settennato 42,7 miliardi di euro per promuovere la coesione economica, sociale e territoriale

L’accordo di partenariato stabilisce le priorità di investimento concordate per la transizione verde e digitale dell’Italia, sostenendo nel contempo le zone più fragili a livello socioeconomico e i gruppi vulnerabili. La dotazione totale della politica di coesione, unitamente al cofinanziamento nazionale, ammonta a 75 miliardi di euro.

Oltre 30 miliardi di euro stanziati a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) saranno assegnati alle regioni meno sviluppate dell’Italia meridionale, un sostegno mirato che è essenziale per ridurre il divario (ancora ampio) tra le regioni in termini di attività economica, opportunità di lavoro, istruzione e accesso ai servizi e all’assistenza sanitaria.

Tra le linee di azione del FESR, oltre 8,7 miliardi di euro saranno destinati a rendere l’energia più accessibile dal punto di vista economico, più pulita e più sicura, come pure a investire nell’economia circolare e a basse emissioni di carbonio e nelle ristrutturazioni finalizzate all’efficienza energetica degli edifici pubblici.

L’Italia destinerà 9,5 miliardi di euro al miglioramento della competitività industriale in tutte le regioni, alla digitalizzazione e alla produttività delle piccole e medie imprese (PMI) e al sostegno a ricerca, sviluppo e innovazione.

15 miliardi di euro provenienti dal FSE+ saranno investiti in misure di inclusione sociale e misure di politica attiva del lavoro e di formazione per dare impulso all’occupazione giovanile nell’ambito della garanzia per i giovani, ad esempio tramite apprendistati, al lavoro autonomo e all’imprenditorialità.

Per affrontare la mancanza di personale qualificato e accrescere la flessibilità del mercato del lavoro, l’Italia investirà nel miglioramento delle competenze e nella riqualificazione dei lavoratori. Saranno intrapresi sforzi sostanziali per aiutare gli indigenti e, in particolare, per far uscire i minori dalla povertà, in linea con la garanzia europea per l’infanzia.

Altri finanziamenti saranno destinati ad affrontare il divario di genere nel tasso di occupazione (il più elevato nell’UE) sostenendo l’imprenditoria femminile, agevolando l’accesso ai servizi di conciliazione, incoraggiando un maggiore coinvolgimento degli uomini nelle mansioni assistenziali e promuovendo soluzioni innovative in materia di benessere a livello aziendale.

Nicolas Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali, ha affermato: “Grazie all’accordo di partenariato, l’Italia darà vita a un mercato del lavoro equo e resiliente, aperto a tutti. Si tratta di un contributo tangibile al conseguimento da parte dell’Italia degli obiettivi nazionali del pilastro europeo dei diritti sociali per il 2030 in materia di occupazione, apprendimento degli adulti e riduzione della povertà.”

 

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