Qualifiche professionali: Confprofessioni a Bruxelles per l’audizione

Il 25 aprile si e’ tenuta l’audizione commissione parlamentare IMCO Lo scorso 25 aprile la Commissione per il mercato interno del Parlamento europeo ha ospitato l’audizione pubblica sulla revisione della Direttiva per il riconoscimento delle qualifiche professionali; evento al quale hanno partecipato i rappresentanti delle tre istituzioni europee e delle principali categorie dei liberi professionisti,
Il 25 aprile si e’ tenuta l’audizione commissione parlamentare IMCO

Lo scorso 25 aprile la Commissione per il mercato interno del Parlamento europeo ha ospitato l’audizione pubblica sulla revisione della Direttiva per il riconoscimento delle qualifiche professionali; evento al quale hanno partecipato i rappresentanti delle tre istituzioni europee e delle principali categorie dei liberi professionisti, tra questi vi era Confprofessioni. La relatrice per il Parlamento prima di dare il via ai lavori ha voluto sottolineare l’importanza del dossier, in quanto si tratta di un tema chiave per la crescita e l’occupazione. Scopo principale dell’audizione era di approfondire la discussione riguardo i temi più complessi della proposta legislativa della Commissione europea. Una delle novità principali contenute nella proposta di revisione della Direttiva del 2005 che regola il riconoscimento delle qualifiche professionali è costituita proprio dal principio dell’accesso parziale. Tale strumento riguarda coloro che già pienamente qualificati nello Stato d’origine decidono di esercitare parte della propria professione in un altro Stato. Occorre precisare che in primis il professionista dovrà cercare di ottenere il pieno riconoscimento delle proprie qualifiche basandosi sulle norme sancite dalla direttiva. Tuttavia, nel caso in cui le differenze tra le qualifiche possedute e quelle richieste nello Stato ospite siano talmente significative da non poter essere colmate neanche con il ricorso alle misure di compensazione, il professionista potrebbe vedersi riconosciuta la possibilità di esercitare la propria professione in parte, non nella sua totalità. Secondo gli esperti, a garanzia dei consumatori vi è la clausola di salvaguardia, in base alla quale l’accesso parziale potrà essere rifiutato da parte dello Stato ospite per ragioni imperative d’interesse generale. Obiettivo in parte diverso è quello che si cerca di raggiungere attraverso l’introduzione della disposizione relative alle qualifiche parziali. Con esse, infatti, la Commissione intende estendere l’ambito di applicazione della direttiva a coloro che non sono ancora pienamente qualificati. Per l’esecutivo europeo nel caso in cui non vi siano differenze sostanziali nella formazione teorica tra i vari Stati i futuri professionisti potranno scegliere di svolgere il periodo di praticantato in uno Stato diverso da quello di origine.

L’intera seconda sessione dell’audizione è stata dedicata alla proposta di istituire una carta professionale europea. Per le autorità competenti, interessate principalmente agli aspetti pratici relativi all’attuazione della direttiva, i vantaggi derivanti dall’introduzione della carta sarebbero diversi: i professionisti potrebbero spostarsi più facilmente, il processo di riconoscimento sarebbe più celere e la verifica dei titoli più semplice. Unici due nei riguardano la difficoltà nell’individuazione delle autorità competenti in diversi Paesi e la questione del finanziamento del sistema. Le stesse osservazioni sono state presentate dai rappresentanti delle amministrazioni nazionali e locali, preoccupati per il reperimento dei fondi utili all’avvio del sistema delle carte.

Nelle prossime settimane i vari relatori del Parlamento si riuniranno per discutere circa l’esito dell’audizione e raccogliere le prime osservazioni scritte.

 

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