Riti alternativi, l’Ue prepara la direttiva

I sistemi di risoluzione alternativi delle controversie all’esame del Parlamento Prima della pausa estiva il Parlamento europeo, nello specifico la commissione per il mercato interno, si è occupato degli ADR – i sistemi di risoluzione alternativi delle controversie; prima con la presentazione di uno studio sulla situazione europea e poi con una discussione sul progetto
I sistemi di risoluzione alternativi delle controversie all’esame del Parlamento

Prima della pausa estiva il Parlamento europeo, nello specifico la commissione per il mercato interno, si è occupato degli ADR – i sistemi di risoluzione alternativi delle controversie; prima con la presentazione di uno studio sulla situazione europea e poi con una discussione sul progetto di parere in materia.

Dalla panoramica europea è emersa una profonda divergenza tra i vari Stati membri: se nell’Europa unita è possibile contare più di 700 schemi di ADR, vi sono Paesi come il Belgio, il Regno Unito e la Germania dove il ricorso ai meccanismi stragiudiziali è molto diffuso ed altri, invece, dove la loro diffusione è ancora agli inizi, si tratta soprattutto dei Paesi entrati di recente nell’Unione (nella specie la Bulgaria) e della Grecia. In ogni caso, ovunque vi è una tendenza crescente al loro utilizzo, anche grazie ad una maggiore sensibilizzazione dei cittadini; rimangono, invece, ancora troppe le barriere al ricorso degli schemi nelle controversie transfrontaliere. In conclusione, dallo studio emerge il bisogno di migliorare l’accesso agli ADR, magari attraverso uno strumento giuridico europeo in grado di operare anche al di fuori dei confini dei singoli Stati e di coprire tutti i settori; inoltre, potrebbe rivelarsi utile anche una sorta di manuale delle linee guida per fare in modo che gli Stati membri possano attingere dalle esperienze e buone pratiche degli altri Paesi più virtuosi.

Sulla stessa linea si colloca il progetto di parere presentato dall’On. Rochefort del Gruppo dell’Alleanza dei Liberali e Democratici (ALDE) sui metodi alternativi di risoluzione delle controversie in materia civile, commerciale e familiare. Secondo il documento presentato in commissione parlamentare, gli ADR stanno acquistando nuove quote di mercato e per tale ragione vanno sostenuti ed incoraggiati, in quanto strumenti rapidi, efficaci e dai costi moderati; prima, però, occorre colmare le lacune geografiche e settoriali interne all’Unione. A tal fine si pensa ad una Carta europea unica integrante i principi guida che i sistemi ADR istituiti in Europa sono tenuti a rispettare, tra questi indipendenza ed imparzialità dei mediatori, efficacia e rapidità della soluzione, equità tra consumatori e professionisti, gratuità, libertà e carattere extragiudiziario degli schemi.

Il voto in commissione è previsto per il 31 agosto, poi il documento passerà alla commissione giuridica del Parlamento. Il fine è la creazione di uno strumento giuridico comunitario sugli ADR ed i prossimi mesi si preannunciano piuttosto caldi, anche perché è prevista per la fine dell’anno una proposta di direttiva da parte della Commissione europea.

Vedi il Progetto di Parere del Parlamento

 

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