Salute e sicurezza sul lavoro, Cese: Rafforzare il dialogo sociale

Il cambiamento dei rischi professionali, indotto dalla digitalizzazione del lavoro, ha portato a un'impennata delle condizioni di stress, di burnout o delle lesioni ergonomiche e a un leggero calo del numero di incidenti sul lavoro

Secondo il CESE, il dialogo sociale europeo dovrebbe essere rafforzato per garantire una protezione uniforme di tutti i lavoratori dell’UE.

La Commissione europea dovrebbe quindi stabilire criteri chiari per garantire che gli accordi firmati dalle parti sociali siano attuati in tutti gli Stati membri, soprattutto in considerazione della sentenza della Corte di giustizia dell’UE, che ha affermato che la Commissione non è obbligata ad agire in base alle richieste delle parti sociali di attuare gli accordi.

Tuttavia, oltre a un produttivo dialogo sociale, la definizione delle linee guida generali sulla SSL richiede un solido quadro normativo.

A tal fine, il CESE chiede nuove linee guida sul telelavoro, una posizione più ambiziosa sulla lotta contro il cancro e direttive UE sui disturbi muscolo-scheletrici (DMS) e sui rischi psicosociali, che stanno diventando una delle principali minacce professionali per i lavoratori europei.

Il gruppo Datori di lavoro del CESE ha presentato diversi emendamenti al parere, esprimendo la propria opposizione, in particolare per quanto riguarda la richiesta di nuove misure normative, ad esempio, alla proposta di azione dell’UE sui DMS e sui rischi psicosociali, nonché all’elaborazione di nuovi orientamenti per il telelavoro.

Il parere, richiesto dalla presidenza francese dell’UE, è stato adottato nel corso della sessione plenaria del CESE di gennaio, con 172 voti a favore, 32 contrari e 70 astensioni.

Le misure di SSL attuate attraverso il dialogo sociale non solo contribuiscono positivamente alla salute dei lavoratori, ma possono anche migliorare la redditività delle imprese e ridurre i costi sanitari e l’assenteismo. Il costo per la società degli infortuni e delle malattie professionali è stimato in 476 miliardi di euro, pari al 3,3% del PIL dell’UE“, ha dichiarato la relatrice del parere Franca Salis-Madinier.

 

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