Servizi, il mercato unico non decolla

L’Ue ci riprova con il test di efficienza. Per eliminare i limiti alle societa’  di capitale La Commissione ha lanciato un programma ambizioso per ampliare il mercato unico dei servizi, che, pur rappresentando i due terzi del Pil e dei posti di lavoro dell’Ue, costituisce soltanto un quinto degli scambi totali all’interno dell’Unione. Con la
L’Ue ci riprova con il test di efficienza. Per eliminare i limiti alle societa’  di capitale

La Commissione ha lanciato un programma ambizioso per ampliare il mercato unico dei servizi, che, pur rappresentando i due terzi del Pil e dei posti di lavoro dell’Ue, costituisce soltanto un quinto degli scambi totali all’interno dell’Unione.
Con la Direttiva Servizi del 2006 si mirava ad eliminare gli ostacoli superflui ed onerosi che intralciano gli scambi di servizi nel mercato unico; ad un anno dalla scadenza del termine per la sua attuazione, la Commissione e gli Stati membri hanno ora completato una valutazione sulla sua applicazione pratica. I risultati dimostrano che, nonostante i notevoli progressi compiuti, il mercato unico dei servizi non è ancora sfruttato appieno. Secondo la Commissione, inoltre, la mancanza di dinamismo ostacola la scelta dei consumatori, ma allo stesso tempo impedisce anche alle piccole imprese ed ai professionisti di crescere, sviluppare le loro attività e diventare più competitivi.
Si stima che i vantaggi indotti dal miglior funzionamento dei servizi potrebbe corrispondere ad utili annui oscillanti tra 60 e 140 miliardi di euro, pari ad un potenziale di crescita compreso tra lo 0,6 e l’1,5% del Pil.
Nel corso del 2011 e del prossimo anno la Commissione eseguirà un “test di efficienza” del mercato unico dei servizi, che terrà conto anche di tutte le altre norme dell’Ue applicabili ai servizi e ne valuterà l’interazione. L’obiettivo è quello di individuare problemi pratici specifici che intralciano il mercato interno dei servizi e valutare in che modo l’interazione tra regole diverse possa avere effetti indesiderati. La Commissione ha inoltre espresso la sua volontà di valutare ulteriore provvedimenti a fronte dei limiti imposti a taluni prestatori in determinati paesi, ad esempio quanto alla forma giuridica che possono assumere o alle persone che possono detenere capitale nelle loro società.
La direttiva servizi rimane un atto di portata trasversale riguardante un’ampia gamma di servizi che rappresentano circa il 66% del Pil e dei posti di lavoro dell’Ue; si tratta di una forza trainante dell’economia europea. In pratica, con la direttiva si impone agli Stati membri di semplificare le procedure amministrative e stabilire sportelli unici per consentire alle imprese e ai prestatori di servizi di effettuare le operazioni amministrative più agevolmente per via elettronica. Una prima relazione sui progressi compiuti verrà pubblicata entro la fine del 2011 e da allora in poi ogni anno.

Per saperne di più
 

8693