SURE, grande impatto sull’occupazione europea

Con 90 miliardi erogati, lo strumento europeo ha aiutato tra i 25 ei 30 milioni di europei, tra cui 5 milioni di lavoratori autonomi.

Sviluppato in tempi record per attutire i gravi effetti della pandemia su imprese e lavoratori, SURE ha aiutato gli Stati Membri a proteggere l’occupazione e a mantenere a galla le economie dell’Unione e, fino ad ora, questo strumento ha aiutato tra i 25 ei 30 milioni di europei, tra cui cinque milioni di lavoratori autonomi.

Il suo impatto sul mantenimento dei posti di lavoro è stato notevole se si pensa che da ottobre 2020 sono stati erogati quasi 90 miliardi di euro a 19 paesi che hanno richiesto questi prestiti, con una risposta favorevole dei mercati finanziari e un livello di interesse 10 volte superiore alle attese, contribuendo a limitare l’aumento della disoccupazione nell’UE e mantenendo allo stesso tempo i posti di lavoro delle persone e le imprese operative, preservando le competenze.

Le possibili ragioni di un così grande interesse per SURE includono l’alto livello di credibilità finanziaria dell’UE trasferito agli Stati membri tramite prestiti back-to-back e il fatto che l’emissione di debito dell’Unione aveva un chiaro obiettivo sociale e una forte motivazione economica.

Ironia della sorte, all’inizio vi erano alcuni timori che l’assunzione di un tale prestito potesse stigmatizzare i paesi sui mercati finanziari come deboli, cosa che poi non si è verificata in quanto la condizionalità mirata, insieme al massiccio aumento della spesa, hanno portato a limitare l’effetto stigma.

Le parole di Gilles Mourre, capo unità della DG ECFIN della Commissione, sono state: “Una delle lezioni chiave da trarre è che SURE ha dimostrato che l’Unione è in grado di agire molto rapidamente e tempestivamente in uno spirito di solidarietà”.

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