Cinque mosse per rilanciare le professioni

Il Piano d’azione presentato a Bruxelles dal vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, apre le porte dell’Europa ai professionisti. Dall’internazionalizzazione ai fondi comunitari. La guida di Confprofessioni Formazione all’imprenditorialità, accesso ai mercati, riduzione dell’onere amministrativo, accesso al credito, partecipazione delle libere professioni ai programmi e ai progetti europei. Si muove lungo cinque direttrici il “Piano
Il Piano d’azione presentato a Bruxelles dal vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, apre le porte dell’Europa ai professionisti. Dall’internazionalizzazione ai fondi comunitari. La guida di Confprofessioni

Formazione all’imprenditorialità, accesso ai mercati, riduzione dell’onere amministrativo, accesso al credito, partecipazione delle libere professioni ai programmi e ai progetti europei. Si muove lungo cinque direttrici il “Piano d’azione per sostenere le attività delle libere professioni”, lanciato lo scorso 9 aprile a Bruxelles dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani. L’iniziativa che ridisegna il ruolo delle professioni in Europa prende le mosse dal “Piano d’azione imprenditorialità 2020”, presentato all’inizio del 2013 dalla Commissione per rilanciare lo spirito imprenditoriale in Europa. E già un anno fa Bruxelles aveva riconosciuto le potenzialità imprenditoriali delle libere professioni, per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.

Secondo i dati della Commissione, infatti, in Europa operano quasi 3,7 milioni di imprese nel settore dei servizi professionali, scientifici e tecnici, che occupano 11 milioni di persone e che muovono un giro d’affari di oltre 560 miliardi di euro. Numeri che inquadrano i servizi professionali come “il motore di un’economia basata sulla conoscenza e la natura a intensità di conoscenza dei prodotti e dei servizi forniti suggerisce la loro importanza potenziale come creatori di lavori nuovi e competitivi in futuro”, recita il Piano d’azione per l’imprenditorialità 2020. L’impegno della Commissione europea sul fronte delle libere professioni non è rimasto sulla carta e per valutare i bisogni specifici degli imprenditori liberi professionisti è stato creato il Gruppo di lavoro “Rafforzare le attività delle libere professioni”, che ha visto la partecipazione attiva di Confprofessioni.

In un quadro europeo fortemente disomogeneo sull’accesso e sulla regolamentazione delle attività intellettuali, la chiave che apre le porte dell’Europa ai liberi professionisti è la loro assimilazione alle attività imprenditoriali, senza però dimenticare che le libere professioni sono occupazioni per le quali è richiesta un’apposita formazione di tipi umanistico o scientifico, come per avvocati, notai, ingegneri, architetti, medici e commercialisti. Per evitare equivoci sulla natura giuridica professionale il Gruppo di lavoro “Rafforzare le attività delle libere professioni” ha adottato quindi la definizione della Corte europea di giustizia, che inquadra le libere professioni come “attività che, tra le altre cose, hanno un marcato carattere intellettuale, richiedono una qualifica di alto livello e sono solitamente soggette a una regolamentazione professionale chiara e rigorosa. Nell’esercizio di una tale attività, l’elemento personale è di particolare importanza e ciò comporta sempre un’ampia indipendenza nell’adempimento delle attività professionali”.

In ordine di tempo, il “Piano d’azione per sostenere le attività delle libere professioni” è l’ultimo atto di Bruxelles per modernizzare il quadro normativo europeo. Si tratta di un lungo processo che abbraccia la direttiva servizi e il diritto comunitario sulla concorrenza, fino riconoscimento delle qualifiche professionali. Quest’ultima direttiva è l’asso nella manica di Bruxelles e rappresenta una delle dodici priorità del Single Market Act (Atto per il mercato unico). Dopo l’entrata in vigore della Direttiva 2013/55/UE del 17 gennaio 2014 che modifica la Direttiva sulle qualifiche professionali, gli stati membri hanno tempo fino a gennaio 2016 per recepire le nuove regole, che prevedono tra l’altro la Tessera professionale europea e il meccanismo di allerta.

L’obiettivo dichiarato di Bruxelles è quello di creare un clima imprenditoriale più favorevole alle libere professioni nell’ambito della formazione all’imprenditorialità, l’accesso ai mercati, la semplificazione normativa, l’accesso al credito, la rappresentanza e la partecipazione dei professionisti ai programmi e ai progetti promossi dalle istituzioni europee. Vediamo nel dettaglio che cosa prevede il Piano d’azione.