Confprofessioni apre le porte agli archeologi

Accolta la richiesta di adesione dell’Associazione Nazionale Archeologi presieduta da Salvo Barrano. Sale a 20 il numero degli organismi di rappresentanza che si riconoscono nei valori confederali Confprofessioni allarga la sua sfera di rappresentanza e conferma il suo ruolo guida nel sistema delle libere professioni italiane. Dopo il via libera del Consiglio generale della Confederazione
Accolta la richiesta di adesione dell’Associazione Nazionale Archeologi presieduta da Salvo Barrano. Sale a 20 il numero degli organismi di rappresentanza che si riconoscono nei valori confederali

Confprofessioni allarga la sua sfera di rappresentanza e conferma il suo ruolo guida nel sistema delle libere professioni italiane. Dopo il via libera del Consiglio generale della Confederazione italiana libere professioni, è stata accolta la richiesta di adesione dell’Associazione Nazionale Archeologi (Ana). Con l’ingresso dell’Associazione presieduta da Salvo Barrano sale a 20 il numero di associazioni professionali che si riconoscono nei valori e nella mission della Confederazione presieduta da Gaetano Stella. L’Associazione nazionale archeologi conta quasi 1800 soci ed è presente con sezioni regionali e comitati in 17 regioni italiane. Nel 2016 è stata riconosciuta dal Ministero dello Sviluppo Economico come associazione professionale che rispetta i requisiti fissati dalla legge n. 4/2013 in materia di professioni prive di ordine e albo.

 

«Diamo il benvenuto agli archeologi italiani» ha commentato il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella. «L’ingresso dell’Associazione Nazionale Archeologi nel nostro sistema confederale rappresenta un importante segnale di apertura verso il mondo professionale associativo e rafforza ulteriormente il ruolo di parte sociale della Confederazione nei rapporti con le istituzioni politiche a livello territoriale, nazionale ed europeo».

 

«Siamo molto orgogliosi di entrare nella Confederazione Italiana Libere Professioni», dichiara il presidente Barrano. «Solo negli ultimi anni – con il nostro contributo decisivo – la professione di archeologo è stata al centro di misure di regolamentazione a tutela dei consumatori/utenti e della qualità dei servizi, in piena sintonia con gli standard europei. Siamo convinti che l’Italia meriti i migliori archeologi del mondo – prosegue Barrano – e per questo abbiamo avviato da qualche anno un confronto aperto con le varie parti della società italiana: vogliamo essere all’altezza del nostro patrimonio e siamo pronti a mettere le nostre competenze e la nostra passione al servizio della Confederazione e del Paese».