PNRR, un’occasione che non può essere sprecata

La Confederazione dei liberi professionisti, in audizione al Senato: bene il piano del Governo, ma bisogna ripartire dalle riforma del fisco e delll’ordinamento giuridico «Un’opportunità cruciale per il nostro Paese e per l’Unione europea, un’occasione che non deve e non può essere sprecata». È il monito del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, intervenuto oggi in
La Confederazione dei liberi professionisti, in audizione al Senato: bene il piano del Governo, ma bisogna ripartire dalle riforma del fisco e delll’ordinamento giuridico

«Un’opportunità cruciale per il nostro Paese e per l’Unione europea, un’occasione che non deve e non può essere sprecata». È il monito del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, intervenuto oggi in audizione presso le Commissioni riunite “Politiche Europee” e “Bilancio” del Senato sulle linee guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il documento del Governo su cui saranno definiti i progetti finanziati con le risorse del Recovery Fund dell’Unione europea.

 

Secondo Confprofessioni, le priorità partono dalla riforma del fisco, «che coinvolga le amministrazioni territoriali nei processi di ammodernamento tecnologico e di riqualificazione del personale»; della giustizia, con «la razionalizzazione della giurisdizione civile e penale,  rimuovendo le incertezze del nostro sistema processuale perattirare investimenti esteri e rafforzare la competitività dell’intero Paese».

 

Condivisibili poi i punti chiave individuati dal Governo: più tutele per i lavoratori digitali, incentivi alla ricapitalizzazione delle imprese e stop al dumping fiscale attraverso appositi piani di defiscalizzazione che favoriscano il rientro in Italia degli stabilimenti produttivi delocalizzati all’estero. Prioritario poi per la Confederazione introdurre un piano nazionale di investimenti per la rigenerazione verde delle periferie urbane e per la messa in sicurezza degli edifici pubblici, a cominciare dall’edilizia scolastica, che coinvolga soprattutto il Mezzogiorno.

 

Attenzione massima ai giovani e ai soggetti più “deboli”, che rischiano di pagare più di altri il prezzo della crisi. La Confederazione insiste sul rafforzamento del rapporto tra università e mercato del lavoro, dove occorre un intervento deciso nella direzione dell’universalità delle tutele: «Tutti i lavoratori, a prescindere dalle modalità con cui svolgono l’attività lavorativa, siano essi autonomi o subordinati, devono poter disporre di strumenti che li tutelino nei momenti di difficoltà».

 

Fondamentale infine ripensare alla struttura dell’assistenza sanitaria pubblica. «L’emergenza sanitaria ha dimostrato che il nostro sistema sanitario, pur di altissima qualità, è in via generale esposto a carenze di risorse e di organico», sottolinea Stella. «Carenze che potrebbero essere superate con una valorizzazione della medicina di prossimità, risorsa fondamentale durante la crisi sanitaria, a cui destinare i fondi messi a disposizione dal MES, con una riconsiderazione dei fondi sanitari integrativi e con la riforma, ormai indifferibile, della laurea abilitante all’esercizio della professione sanitaria».