PROFESSIONISTI: AL VIA LA RIVISTAZIONE DEGLI STUDI DI SETTORE

Gli effetti della crisi sulle professioni nel questionario della Sose Gaetano Stella (Confprofessioni): il Fisco dovrà adeguare gli studi di settore a criteri presuntivi più vicini al dato economico reale. La domanda decresce, ma l’occupazione tiene (Milano, 23 febbraio 2009) – Il 5 marzo scadrà il termine per la compilazione del questionario sulla crisi economica
Gli effetti della crisi sulle professioni nel questionario della Sose

Gaetano Stella (Confprofessioni): il Fisco dovrà adeguare gli studi di settore a criteri presuntivi più vicini al dato economico reale.

La domanda decresce, ma l’occupazione tiene

(Milano, 23 febbraio 2009) – Il 5 marzo scadrà il termine per la compilazione del questionario sulla crisi economica predisposto dalla Sose, la Società per gli studi di settore dell’Agenzia delle entrate. È la prima tappa fissata dalla Commissione di esperti per comprendere la portata dell’attuale crisi economica e il suo impatto sugli studi di settore. «Confprofessioni invita tutte le categorie professionali ad aderire alla consultazione – afferma il Presidente Gaetano Stella – perché il Fisco sia messo nelle condizioni di misurare gli effetti della crisi economica sulle attività professionali».

I professionisti possono collegarsi al sito www.sose.it e inviare il questionario in forma anonima, contribuendo, su base volontaria, alla valutazione degli effetti della recessione economica e finanziaria sulle attività professionali. La ricognizione sullo stato di crisi che coinvolge i liberi professionisti sarà seguita, entro marzo, dalla definizione dei correttivi da apportare agli studi di settore. Fra gli adeguamenti previsti figura il cosiddetto “effetto non catastizzante”, cioè la necessità di rivisitare gli studi prima della prossima dichiarazione dei redditi e prima che vengano applicati ai fini dell’accertamento e dei controlli.

«In questa fase transitoria fra contribuenti e Agenzia delle entrate» sostiene Bruno Garcea, il rappresentante di Confprofessioni ai lavori della task force anti-crisi «i liberi professionisti hanno l’opportunità di contribuire in prima persona alla rivisitazione degli studi di settore, fornendo i dati su compensi dichiarati, spese per personale dipendente o collaboratori, consumi, tempo medio di incasso dei crediti, riduzione delle tariffe. Il valore presuntivo degli studi e, soprattutto, la loro capacità probatoria saranno aggiornati anche in base ai dati reali forniti dai professionisti».

«Le libere professioni sono interessate dall’attuale fase di recessione al pari di ogni altro comparto produttivo – prosegue Stella e risentono della contrazione del credito e della domanda. E’ quindi necessario un aggiornamento dei parametri presuntivi del Fisco, anche alla luce di due dati globali che crediamo emergeranno dai questionari: il primo è che i professionisti stanno affrontando la recessione senza incentivi e senza una politica anti-crisi appositamente pensata per loro, il secondo è che l’occupazione in questo comparto sta tenendo».

«Molti studi – continua il Presidente di Confprofessioni – pur vedendo ridotto il numero delle prestazioni alla clientela non hanno ridotto il personale dipendente. E’ questo un dato sul quale bisognerà riflettere non solo per adeguare gli studi di settore, ma anche per un ripensamento delle professioni come settore capace di attrarre forza lavoro e di tutelare l’occupazione. I professionisti, come parte datoriale, applicano un contratto collettivo ai propri dipendenti che offre sostegni alla formazione, all’assistenza sanitaria integrativa e alla pensione complementare. Il welfare realizzato dai professionisti conclude Stella – è un welfare da sostenere con politiche economiche incentivanti e con sgravi fiscali».

 

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