Rapporti regionali 2022, Confprofessioni incontra il ministro Gelmini

Lo scorso 1° giugno, Confprofessioni ha presentato al ministro per gli Affari Regionali la terza edizione dei Rapporti curati dall’Osservatorio sulle libere professioni. Claudia Alessandrelli (vicepresidente Confprofessioni): «Uno strumento essenziale per calibrare al meglio le politiche di sviluppo su scala territoriale»

Lo scorso 1° giugno, una delegazione dei presidenti regionali di Confprofessioni, guidata dalla vicepresidente di Confprofessioni, Claudia Alessandrelli, ha presentato al ministro per gli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini, la terza edizione dei Rapporti regionali sulle libere professioni curati dall’Osservatorio di Confprofessioni.

«I Rapporti regionali nascono dall’esigenza di osservare il mondo delle libere professioni attraverso una fotografia fedele e aggiornata della realtà professionale in ciascuna Regione», ha commentato Alessandrelli. «Sono pensati come strumento essenziale a disposizione delle classi dirigenti regionali per calibrare al meglio le politiche di sviluppo su scala territoriale, facendo perno sul mondo associativo e datoriale. Proprio da tale mondo sono emerse nel corso del 2020 preziose indicazioni per fronteggiare e gestire l’emergenza sanitaria ed economica innescata dalla diffusione del virus nel nostro Paese, sia a livello centrale che periferico», ha aggiunto la vicepresidente.

Secondo i dati dei Rapporti, le regioni che hanno subito il calo più forte nel numero di liberi professionisti, tra il 2019 e il 2020, sono la Valle d’Aosta (-20,7%), la Calabria (-10,6%) e il Friuli Venezia Giulia (-9,2%); mentre, in alcune regioni, esclusivamente del Centro-Sud, il numero di liberi professionisti è cresciuto anche nella congiuntura segnata dal Covid-19 (Sardegna, Basilicata, Sicilia, Abruzzo, Puglia e Lazio), poiché meno colpite dagli effetti della pandemia.

Sul fronte del gender-gap, le regioni che mostrano una composizione più equilibrata tra maschi e femmine sono Sardegna (41,0% libere professioniste), Lombardia (40,7% libere professioniste) e Lazio (38,6% libere professioniste). Al contrario le regioni che evidenziano il distacco più marcato tra uomini e donne sono Molise (26,3% libere professioniste), Abruzzo (29,1% libere professioniste) e Campania (29,4% libere professioniste).

Per quanto riguarda, infine, le differenze reddituali, tutte le regioni del Mezzogiorno e del Centro presentano valori minori della media italiana sia per i professionisti iscritti alla Gestione Separata Inps sia per i quelli iscritti alle Casse di previdenza private.