UE: PARI OPPORTUNITA’ PER LE LIBERE PROFESSIONISTE

L’Europa sta modificando le norme sulla maternita’ L’Europa sta modificando le norme sulla maternità, in linea con due documenti programmatici: le Linee 2008-2010 Guida per la Crescita e il Lavoro e la Roadmap 2006-2010per la parità fra uomo e donna Un passo decisivo sulla strada del cambiamento si è compiuto il 1 aprile con l’approvazione
L’Europa sta modificando le norme sulla maternita’

L’Europa sta modificando le norme sulla maternità, in linea con due documenti programmatici: le Linee 2008-2010 Guida per la Crescita e il Lavoro e la Roadmap 2006-2010per la parità fra uomo e donna Un passo decisivo sulla strada del cambiamento si è compiuto il 1 aprile con l’approvazione in Commissione lavoro e affari sociali del Parlamento Europeo di un documento che riconosce alle donne lavoratrici congedi più lunghi, meglio retribuiti, ed estesi a più categorie, incluse le libere professioniste.

Secondo Vladimir Spidla, commissario europeo all’Occupazione e alle pari opportunità occorre: “migliorare l’equilibrio fra vita lavorativa e vita privata-familiare, conciliare lavoro, famiglia e vita privata è una difficile sfida per milioni di europei, uomini e donne, ma avere dei figli costa troppo spesso alle donne un prezzo pesante in termini di reddito e di prospettive di carriera”.

La nuova normativa, che 6 mesi fa aveva iniziato il suo viaggio dalle sale della Commissione Europea, ha superato uno degli ostacoli più importanti. Ai primi di maggio è previsto il voto dell’Europarlamento in seduta plenaria.

Il periodo minimo di maternità passerà da 14 a 18 settimane ininterrotte, «ripartite prima e/o dopo il parto» (già ora è così in 12 Stati Ue su 27, e l’Italia è ai primi posti: 21 settimane), retribuite con l’equivalente al 100% del salario mensile medio (oggi in Italia ci si ferma all’80%) e comunque, mai al di sotto della retribuzione prevista in caso di malattia. Di queste 18 settimane, 6 «su richiesta» (prolungabili a 8, secondo la volontà dei singoli governi) potranno e dovranno essere godute dopo il parto, “per proteggere le lavoratrici da eventuali pressioni dei datori di lavoro perché non fruiscano prima del parto” del loro periodo di riposo. Le altre settimane di congedo verranno invece lasciate alla libera scelta della donna (che avrà però l’obbligo di indicare almeno due mesi prima la data di inizio prevista, così da permettere «la sicurezza di pianificazione delle imprese»). Confermato il divieto di licenziamento delle neo-mamme, in ogni nazione, fino a 4 mesi dopo il parto. E ancora: le garanzie verranno estese anche alle donne che lavorano in proprio, per esempio alle imprenditrici; e verrà riconosciuta come malattia invalidante la depressione post-partum.

Guidelines for Growth and Jobs (2008-2010):

http://ec.europa.eu/growthandjobs/pdf/european-dimension-200712-annual-progress-report/200712-annual-report-integrated-guidelines_en.pdf

A Roadmap for equality between women and men 2006-2010:

http://ec.europa.eu/employment_social/news/2006/mar/com06092_roadmap_en.pdf

 

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