Welfare e smartworking, ora serve un nuovo patto

L'intervista del Corriere della Sera - L'Economia al presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, in occasione della riapertura delle trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale degli studi professionali

di Isidoro Trovato (fonte: Corsera L’Economia, 28 febbraio 2022)

 

In tempi di crisi ci sono segnali che più di altri annunciano un ritorno alla normalità. Nel mondo degli studi professionali italiani la riapertura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale è uno di quei segnali che riporta il dibattito alla fase pre pandemia sia pure senza ignorare tutto ciò che è successo in questo biennio e la necessità di adeguare il dibattito al nuovo scenario.

Remunerazione E così, dopo due anni di pandemia, riparte la trattativa per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale degli studi professionali, scaduto nel 2018, che coinvolge oltre 1 milione di lavoratori. «Dobbiamo dare un nuovo impulso a un settore economico che sta lentamente riemergendo dopo lo choc pandemico – spiega Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni -. La trattativa per il rinnovo del contratto nazionale deve necessariamente tener conto delle evidenti difficoltà degli studi professionali durante la crisi sanitaria e di una ripresa economica ancora incerta. Non possiamo pensare di riprendere le trattative dove le abbiamo lasciate due anni fa, ma certamente bisogna tener conto che questi contratti sono fermi da quattro anni».

Ammortizzatori sociali e nuove regole sul lavoro agile sembrano le priorità come risposta ai maggiori cambiamenti prodotti da questi due anni di lotta contro il Covid.

«L’ obiettivo delle parti sociali – ricorda Stella – è quello di rafforzare le tutele di welfare e aggiornare la normativa contrattuale anche alla luce delle recenti novità in particolare, della disciplina sullo smart working partendo dal Protocollo nazionale sul lavoro agile, sottoscritto lo scorso dicembre dalle parti sociali con il ministro Andrea Orlando. Naturalmente bisognerà trovare un accordo quadro collettivo che tenga conto delle esigenze del lavoro agile negli studi professionali».

Assistenza Diverso il tema delle tutele e degli ammortizzatori sociali. «La pandemia ha confermato che abbiamo bisogno di una rete di tutele – continua il presidente di Confprofessioni -. I cosiddetti Fondi di solidarietà sono stati molto importanti in questa fase e vanno rafforzati ma servono anche politiche attive per i professionisti e i dipendenti degli studi professionali per esempio prevedendo attività per il reimpiego o per la formazione magari attraverso fondi interprofessionali».

Anche il welfare e i territori saranno voci importanti nel prossimo contratto nazionale. «Direi colonne portanti – precisa Stella – per rendere più forte il potere d’ acquisto, bisogna accentuare il welfare sanitario e sociale: baby sitter, copertura sanitaria per i figli, convenzioni con piani di welfare aziendale. Ma bisognerà far tesoro anche di ciò che abbiamo appreso con la pandemia: il nostro territorio è disomogeneo e ha esigenze diverse. Bisognerà studiare formule di welfare territoriale e pensare anche a contrattazioni di secondo livello adatte alle diverse condizioni socio economiche dei nostri territori».