Ddl Lorenzin, il sì della Camera

Gli emendamenti approvati lo scorso 25 ottobre intervengono sul riassetto degli Ordini professionali sanitari. Prevista anche la possibilità di costituire un nuovo ordine per gli albi con più di 50 mila iscritti Il Disegno di legge Lorenzin sulla riforma degli Ordini professionali e le sperimentazioni cliniche il 25 ottobre ha ricevuto il sì da parte
Gli emendamenti approvati lo scorso 25 ottobre intervengono sul riassetto degli Ordini professionali sanitari. Prevista anche la possibilità di costituire un nuovo ordine per gli albi con più di 50 mila iscritti

Il Disegno di legge Lorenzin sulla riforma degli Ordini professionali e le sperimentazioni cliniche il 25 ottobre ha ricevuto il sì da parte della Camera e passa quindi al vaglio del Senato. Tutti gli articoli del Ddl, compreso anche il numero 4 che interviene sul riassetto della disciplina degli Ordini delle professioni sanitarie, sono stati approvati. Sono circa venti gli emendamenti che vanno a modificare i principi che regolano l’istituzione, la composizione e le regole elettive degli Ordini professionali.

Tra questi, anche l’emendamento che stabilisce che uno o più albi delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione avente un numero di iscritti superiore a cinquantamila unità può richiedere al Ministero della Salute, tramite il rappresentante legale dell’albo, la costituzione di un nuovo ordine per la professione sanitaria svolta.

Tra le altre novità anche l’elezione dei Comitati centrali in favore dell’equilibrio di genere e il ricambio generazionale; l’eliminazione della previsione dei seggi elettorali all’interno degli ospedali per le votazioni elettorali degli Ordini. Cancellato, inoltre, il limite dei due mandati consecutivi per presidente, vicepresidente, tesoriere e segretario ed annullato, infine, il sorteggio per il collegio dei revisori.

Una riforma di legge, quella che porta il nome della Lorenzin, che affronta molte questioni che riguardano il mondo delle sanità. Tra questi la sperimentazione clinica, la medicina di genere, l’abusivismo sanitario e il rafforzamento delle norme penali per chi compie abusi nelle residenze di anziani o disabili.