Commissione europea per l’occupazione e gli affari sociali, pubblicato il report 2019-2024

Progressi, Prospettive e Sfide del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali

Nel 2017, il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione europea hanno proclamato il Pilastro europeo dei diritti sociali articolato in 20 principi, fin da quel momento bussola per costruire un’Europa sociale più forte. Nel relativo piano d’azione, la Commissione ha definito iniziative concrete e, dopo il Vertice sociale di Porto del maggio 2021, i legislatori dell’UE si sono impegnati a raggiungere obiettivi principali per il 2030 in materia di occupazione, formazione e povertà. Il piano d’azione del 2021 ha fissato tre obiettivi principali per il 2030: almeno il 78% delle persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni dovrà essere occupato, almeno il 60% degli adulti dovrà essere in formazione e infine “una riduzione di almeno 15 milioni del numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale”.

La realizzazione del pilastro sociale è una responsabilità condivisa dalle istituzioni europee, dalle autorità nazionali, regionali e locali, dalle parti sociali e dalla società civile. Il monitoraggio del pilastro è stato integrato nel coordinamento della politica socioeconomica nell’ambito del semestre europeo. A testimonianza della natura globale del pilastro sociale, sono state proposte e concordate diverse iniziative dell’UE, con il coinvolgimento del Parlamento, ove necessario.

La Commissione ha proposto due direttive congiunte nel 2022 riguardanti il coordinamento degli organismi nazionali per la parità. Entrambe riguardano l’uguaglianza, una nel lavoro tra uomini e donne e l’altra in termini di sesso, razza, origine etnica, religione, disabilità, età e orientamento sessuale. Sebbene simili nella sostanza, hanno basi legislative diverse. Il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo sul primo dossier, ma ci sono preoccupazioni sul secondo a causa della mancanza di negoziati interistituzionali. Altre proposte legislative riguardano il coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale (regolamento 883/2004) l’aggiornamento delle statistiche sulla popolazione e sugli alloggi, le statistiche sul mercato del lavoro delle imprese e misure per la produzione europea di prodotti con tecnologia a impatto zero.

In sintesi, il Parlamento ha chiesto alla Commissione di integrare il Pilastro europeo dei diritti sociali con le strategie per le transizioni verdi e digitali nel mondo del lavoro. Sta quindi lavorando per migliorare le priorità occupazionali e sociali attraverso il monitoraggio annuale del semestre europeo. È pertanto essenziale garantire finanziamenti adeguati per i programmi dell’UE a sostegno dell’occupazione e delle politiche sociali nel prossimo bilancio a lungo termine: la crescente disuguaglianza, la povertà e la necessità di garantire un reddito minimo adeguato e alloggi accessibili restano questioni cruciali. Le transizioni verdi e digitali pongono l’accento sull’importanza di garantire che i lavoratori posseggano delle competenze adeguate e che utilizzino responsabilmente il ricorso all’intelligenza artificiale per non danneggiare il mercato del lavoro.

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