Cig in deroga, una battaglia di civilta’

Si e’ tenuta ieri la conferenza stampa di Confprofessioni e delle organizzazioni sindacali di settore. Stella: Il governo riveda le proprie posizioni Martedì 4 febbraio, ore 11.30, in piazza Montecitorio a Roma datori di lavoro-professionisti e dipendenti degli studi professionali, per la prima volta insieme, hanno unito le forze per dire “Stop alle discriminazioni”. Ma
Si e’ tenuta ieri la conferenza stampa di Confprofessioni e delle organizzazioni sindacali di settore. Stella: Il governo riveda le proprie posizioni

Martedì 4 febbraio, ore 11.30, in piazza Montecitorio a Roma datori di lavoro-professionisti e dipendenti degli studi professionali, per la prima volta insieme, hanno unito le forze per dire “Stop alle discriminazioni”. Ma anche per rivendicare “Pari dignità per gli studi professionali”. Su tutto un messaggio chiaro rivolto al governo: “Ammortizzatori sociali per tutti”.

Sugli striscioni che accompagnavano professionisti, lavoratori e giornalisti dentro il centro congressi Capranichetta, dove si è svolta la conferenza stampa organizzata da Confprofessioni, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, sta tutto il disagio di un settore economico, quello delle professioni, che soffre una crisi senza precedenti e che rischia di perdere un importante strumento per la salvaguardia occupazionale negli studi: gli ammortizzatori sociali in deroga. Dopo le audizioni in Senato e il pressing sulle commissioni parlamentari, che hanno dato parere favorevole allo schema di decreto a condizione che tra i soggetti beneficiari venissero ricompresi gli studi professionali, Confprofessioni e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil hanno voluto richiamare l’attenzione sulla necessita’ di ampliare la sfera delle tutele anche alle lavoratrici e lavoratori degli studi professionali, un mondo popolato da centinaia di migliaia di praticanti, tirocinanti, dipendenti, collaboratori e partite Iva.

Una battaglia di civiltà. "Il governo deve rivedere le proprie posizioni” ha detto il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella. “Abbiamo manifestato più volte la nostra preoccupazione per il provvedimento e i pareri delle commissioni lavoro di Camera e Senato ci danno ragione” ha aggiunto Stella."Abbiamo vinto una battaglia, ma la guerra non e’ ancora finita. Si tratta di una battaglia di civiltà per combattere assurde discriminazioni. La possibilità di utilizzare la Cig in deroga va estesa a tutti i datori di lavoro".

Quanto pesa la Cig in deroga negli studi? Due milioni e mezzo di ore autorizzate per 8 mila lavoratori degli studi professionali che nel 2013 hanno usufruito della cassa integrazione in deroga, che segna un balzo del 72% rispetto all’anno precedente. Sono questi i numeri della Cig in deroga negli studi, resi noti da Confprofessioni nel corso della conferenza stampa. Numeri i assolutamente contenuti rispetto al dato nazionale: a fronte delle 273.421.048 ore autorizzate su tutto il territorio nazionale, solo 3.510.692 sono state utilizzate dai lavoratori dipendenti dagli studi professionali. Una cifra tutto sommato contenuta sul milione di lavoratori dipendenti dei liberi professionisti che applicano il Ccnl di comparto, ma meritevole di tutela occupazionale al pari di tutti gli altri settori occupazionali e produttivi. “Per i professionisti, il ricorso alla Cassa in deroga è l’ultima ratio e viene utilizzata solo per necessità” ha sottolineato Stella. “Gli studi professionali non si sono lasciati deprimere dalla crisi; anzi, in molti casi ha saputo dare importanti risposte alla disoccupazione giovanile. Il nostro saldo e’ attivo fra assunzioni e licenziamenti, possiamo dare il nostro contributo per ripartire, un decreto così è un colpo basso".

“Il dato 2013 sulla Cig in deroga negli studi professionali è uno dei segnali che conferma lo stato di grande difficoltà di un settore, quello delle professioni, che ha risentito anch’esso della fase recessiva degli ultimi tempi” ha detto il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri, che ha posto l’accento sul contributo fornito dalla bilateraliltà di settore. "Lo scorso anno Fondoprofessioni, il fondo interprofessionale per la formazione continua del settore, ha già contribuito con oltre il 30% delle risorse al sostegno della cig in deroga", ha rimarcato il segretario generale della Fisascat. Un prelievo "forzoso" che, per Raineri, ha giaàdepotenziato il sistema di politiche attive per il lavoro riducendo le risorse disponibili per la formazione e la riqualificazione dei lavoratori se pur con l’obiettivo di garantire il rifinanziamento della cig in deroga. "Quella stessa cig che dopo pochi mesi dalla trattenuta di risorse al Fondo interprofessionale del settore si vuole negare proprio al comparto degli studi professionali".

Il segretario generale Filcams, Franco Martini, ha sollecitato ”un cambio di rotta culturale. La radice del problema sta in una cultura politica non adeguata ai tempi. Ci si dimentica troppo spesso che il settore terziario rappresenta una parte consistente del pil nazionale. Lo Stato dovrebbe sostenere anche i diversi comparti del terziario, compreso quello degli studi professionali, che in questi anni hanno risentito pesantemente della crisi". Nessun imbarazzo, da parte del sindacato, a promuovere un’opera di sensibilizzazione sul problema insieme con la parte datoriale, rappresentata da Confprofessioni. "La contrattazione del settore delle professioni – ha sottolineato Martini – rappresenta un’esperienza positiva in termini di condivisione normativa". Dello stesso parere Brunetto Boco, segretario generale della Uiltucs: ”non puo’ esistere discriminazione in un settore ad occupazione prevalentemente giovanile".

“Sappiamo che la coperta è corta” ha concluso il presidente Stella “ma non possiamo dimenticare che il ricorso allo strumento della cassa integrazione in deroga da parte dei dipendenti degli studi professionali ha inciso per poco più dell’uno per cento delle ore totali. Ci auguriamo che il governo e i ministeri competenti tengano conto del parere del Parlamento e della Conferenza Stato-Regioni che ha già espresso preoccupazione per l’esclusione dei datori di lavoro laddove all’art. 2082 del codice civile venisse data un’applicazione troppo restrittiva. Noi andremo avanti affinché il governo confermi l’importanza di tale strumento per i nostri dipendenti nell’attuale contesto economico”.
 

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