di Anna Rita Racioppo – da Il Libero Professionista Reloaded #25
Le linee guida per l’interoperatività degli enti pubblici titolari del sistema nazionale di certificazione delle competenze, adottate con decreto del ministero del Lavoro del 5 gennaio 2021, definiscono le specifiche tecniche per garantire l’interoperabilità degli enti pubblici responsabili dei servizi di individuazione, validazione e certificazione (IVC) delle competenze per l’attuazione del decreto legislativo n. 13 del 16 gennaio 2013. Mettendo la persona al centro, rendono operativo il sistema nazionale di certificazione delle competenze e si inseriscono nel contesto del diritto individuale all’apprendimento permanente rappresentando uno strumento strategico in tema di partecipazione delle persone alla formazione. Permettono, infatti, il riconoscimento e la certificazione delle competenze acquisite anche in contesti non formali e informali migliorando la trasferibilità delle skill acquisite nel mercato del lavoro.
L’implementazione dei servizi di IVC viene considerata una leva strategica fondamentale per migliorare i livelli di qualificazione e occupabilità, la competitività e la produttività delle imprese e delle professioni, nonché l’efficacia delle politiche attive del lavoro contribuendo al superamento del mismatch tra la domanda e l’offerta delle competenze. Tali servizi non solo favoriscono l’innovazione nei sistemi educativi e formativi, consentendo una personalizzazione dell’apprendimento e agevolando le transizioni tra studio e lavoro, ma arricchiscono anche l’offerta educativa coinvolgendo una vasta gamma di attori, come imprese, associazioni professionali, enti bilaterali, organizzazioni del volontariato e del terzo settore.
Cosa dice il decreto
Il decreto sulle Linee Guida del 2021 include definizioni normative e allegati tecnici per facilitarne l’attuazione introducendo disposizioni operative per identificare indicatori, standard minimi e criteri per la sistematizzazione delle informazioni del Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione attraverso l’Atlante del Lavoro. Stabilisce, infatti, i riferimenti operativi comuni per gli standard minimi di servizio e i livelli essenziali delle prestazioni del Sistema nazionale di certificazione delle competenze indicando che quelle oggetto di individuazione, validazione e certificazione sono relative a qualificazioni afferenti al repertorio nazionale referenziate al Quadro nazionale delle qualificazioni (QNQ), ai sensi del decreto interministeriale 8 gennaio 2018.
In particolare, l’Allegato A) al decreto analizza nel dettaglio i processi di individuazione, validazione e certificazione delle skill. Si definisce il processo di individuazione e validazione come un servizio finalizzato al riconoscimento, da parte di un ente titolato, delle competenze acquisite dalla persona attraverso una ricostruzione e valutazione dell’apprendimento non formale o informale, tenendo in considerazione anche quelle acquisite in contesti formali. Può culminare con il rilascio di un “Documento di validazione” con valore di atto pubblico e di attestazione almeno di parte seconda. La procedura di certificazione delle competenze è invece un servizio finalizzato al rilascio di un documento, il certificato, che si realizza sia a seguito di un processo di individuazione e validazione sia in esito ad un percorso di apprendimento formale. Il testo specifica i riferimenti operativi comuni degli standard di processo, attestazione e sistema.
Il ruolo dei fondi interprofessionali
In riferimento a queste indicazioni normative, al fine di garantire e ampliare la portabilità delle competenze dei lavoratori, anche il sistema bilaterale dei fondi interprofessionali sarà chiamato a garantire l’applicabilità dei processi di IVC delle competenze in riferimento alla formazione da loro finanziata. È infatti di prossima emanazione un decreto del ministro del Lavoro con oggetto “Disciplina dei servizi di individuazione, di validazione e di certificazione delle competenze relativi alle qualificazioni di titolarità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali,” che indentifica i soggetti incaricati di implementare e gestire i servizi di IVC delle competenze a titolarità del ministero del Lavoro, in conformità con il Sistema Nazionale di Certificazione delle Competenze ai sensi del decreto legislativo 16 gennaio 2013 n. 13 e in attuazione del decreto interministeriale del 5 gennaio 2021. Tra questi enti titolati dal Ministero rientreranno i fondi interprofessionali per la formazione continua e i fondi bilaterali per la formazione e l’integrazione del reddito (cosiddetti fondi di solidarietà) che saranno chiamati ad adottare un quadro regolamentare per l’accesso e la qualità dei servizi di IVC delle competenze.
Occorre, tuttavia, evidenziare che già da tempo diversi Fondi hanno introdotto, nei propri Avvisi elementi per adeguare le candidature dei Piani formativi alle indicazioni europee sull’analisi, valutazione e certificazione delle competenze per accrescere la qualità delle proposte formative e rendere più trasparenti e spendibili gli apprendimenti acquisiti nei contesti formali, informali dei lavoratori coinvolti nelle attività di formazione. Questo anche su input della Circolare n.1/2018 emanata dall’Anpal in cui veniva indicato che “la formazione […] dovrà essere progettata per conoscenze e competenze comprendendo per queste ultime idonee attività di valutazione finalizzate al rilascio all’allievo di una attestazione degli apprendimenti acquisiti trasparente e spendibile”.
Le sperimentazioni
Secondo il XXIII Rapporto sulla formazione continua annualità 2021-2022 elaborato da Inapp e Anpal, e pubblicato sul sito Inapp, si fa riferimento ad alcune sperimentazioni fatte dai Fondi nel biennio in oggetto ad una progettazione che riguardi il “ciclo” delle competenze.
FONDIR[1] già dal 2012 ha avviato una sperimentazione di percorsi di progettazione della formazione continua dei dirigenti con il riconoscimento della qualità della progettazione formativa dei Piani presentati al Fondo. Con l’avvio della programmazione 2018 e l’applicazione dei costi standard, il Fondo ha elaborato un formulario di presentazione dei Piani che tenesse conto anche delle indicazioni previste dal Decreto interministeriale dell’8 gennaio 2018 relativo alla istituzione del Quadro Nazionale delle Qualificazioni (NQF) in risposta alla Raccomandazione Europea relativa allo European Qualification Framework (EQF). Nel 2022 lo stesso fondo ha sperimentato un e-portfolio, ossia un dossier di evidenze, per la valorizzazione dei risultati raggiunti dai dirigenti al termine dei percorsi formativi per poi avviare un processo di certificazione/riconoscimento delle singole esperienze formative. Nell’e-portfolio sono confluiti gli open badge rilasciati, al termine di un percorso, da Università/Business School, strutture formative e contenenti informazioni riguardanti il periodo in cui è stato seguito il corso e altre eventuali informazioni aggiuntive, metadati, con i contenuti descrittivi del badge.
For.Agri[2] nel corso degli anni ha dedicato particolare attenzione al tema della certificazione delle competenze finanziando percorsi formativi che prevedono l’attestazione/certificazione delle competenze acquisite. Una particolare attenzione è stata dedicata dal Fondo alla sperimentazione dei percorsi IVC. Diverse pubblicazioni di For.Agri. hanno descritto l’attività svolta dal Fondo finalizzata all’attestazione degli apprendimenti acquisiti e alla certificazione delle competenze acquisite per via informale e non formale, sull’attività lavorativa dai soggetti interessati. L’esperienza per il riconoscimento degli apprendimenti e delle competenze acquisite in modo informale o non formale è stata realizzata con la Regione Piemonte. Tali sperimentazioni hanno portato alla certificazione di lavoratori dipendenti di aziende attraverso i servizi IVC della Regione. Ancora, attraverso gli avvisi 2021 e 2022, il Fondo ha inoltre permesso una linea di finanziamento specifica per incentivare queste esperienze anche su altri territori (es. Lazio, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia), dando la possibilità alle aziende aderenti di vedere finanziati i servizi IVC per i dipendenti.
Anche Fondoprofessioni[3] da tempo prevede negli Avvisi che i piani formativi possano finanziare idonee attività di valutazione/certificazione delle competenze e attestazione degli apprendimenti di valutazione delle competenze, così come previsto dalla Circolare Anpal n. 1/2018. In particolare, il Fondo in una sperimentazione avviata nel primo semestre del 2023, ha inteso emanare Avvisi che finanzino piani formativi che prevedono l’applicazione di un modello sperimentale di progettazione, valutazione degli apprendimenti e attestazione finale per il quale richiede agli Enti attuatori l’utilizzo dell’Atlante del Lavoro o del Repertorio nazionale delle qualificazioni.
Infine, il Fondo Banche e Assicurazioni[4] dal 2010 finanzia e coordina un progetto di definizione degli standard professionali dei settori creditizio e assicurativo contribuendo allo sviluppo di strategie per l’apprendimento e a facilitare la crescita professionale delle risorse umane nel settore finanziario e assicurativo così come previsto da normativa europea e nazionale. Tali studi hanno dato, inoltre, un notevole contribuito al processo di implementazione dell’Atlante del lavoro e delle qualificazioni istituito per il settore stesso, permettendo lo sviluppo di quei settori specifici nell’ambito del processo di implementazione del Sistema nazionale di riconoscimento e certificazione delle competenze. Allo scopo di perseguire il miglioramento dell’erogazione di servizi agli aderenti, il Fondo Banche Assicurazioni offre gratuitamente ai lavoratori e alle lavoratrici l’opportunità di sostenere l’esame per la certificazione del proprio profilo professionale.
Da questo sintetico panorama, che non è esaustivo rispetto al quadro delle esperienze in atto o esperite in tutti i Fondi interprofessionali, emerge un quadro nel complesso potenzialmente interessante, in cui l’atteggiamento pro-attivo di alcuni soggetti bilaterali è indicativo dell’importanza riconosciuta ai processi di IVC e come sulla base del quadro normativo predisposto si siano, in alcuni casi, già individuate soluzioni e modelli percorribili proprio al momento in cui sarà emanato il decreto citato in precedenza. In questa direzione sarà importante la messa in comune delle esperienze già fatte e soprattutto l’efficace funzionamento di eventuali Tavoli o Regie di coordinamento tra il Ministero competente e gli organismi della bilateralità.
[1] https://www.fondir.it/ FONDIR è il Fondo Paritetico Interprofessionale per la Formazione Continua riconosciuto dal Ministero del Lavoro con decreto del 6 marzo del 2003 che nasce con l’obiettivo di promuovere e finanziare Piani di Formazione Continua, tra le Parti sociali, per i Dirigenti delle imprese del settore del terziario, ai sensi di quanto previsto dall’Articolo 118 della Legge 388/00.[2] https://www.foragri.com Fondo Paritetico Nazionale per la Formazione Continua in Agricoltura, Associazione Riconosciuta dal Ministero del Lavoro. Il Fondo è stato costituito ai sensi della legge 388/2000 e finanzia le attività di formazione per il personale dipendente delle imprese che vi aderiscono. E’ un ente bilaterale, costituito dalle parti sociali del comparto agricolo (Confagricoltura, Coldiretti, Cia, CGIL, CISL, UIL e Confederdia).
[3] https://www.fondoprofessioni.it Fondoprofessioni è il Fondo Paritetico Interprofessionale Nazionale per la formazione continua negli Studi Professionali e nelle Aziende collegate, riconosciuto dal Ministero del Lavoro con decreto 408/03 del 29 dicembre 2003.
[4] https://fondofba.it/ Fondo Banche Assicurazioni (FBA), è il Fondo paritetico interprofessionale nazionale per la formazione continua dei dipendenti delle imprese operanti nei settori del Credito e delle Assicurazioni ad esso aderenti, costituito con l’Accordo interconfederale sottoscritto da ABI, ANIA, CGIL, CISL e UIL in data 8 gennaio 2008.