Detassazione, lo stato dell’arte

In attesa di pubblicazione nella G.U. il decreto che disciplina i criteri di misurazione degli incrementi di produttività Firmato lo scorso 25 marzo dai ministri del Lavoro e dell’Economia, il decreto che disciplina i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione è ancora in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
In attesa di pubblicazione nella G.U. il decreto che disciplina i criteri di misurazione degli incrementi di produttività

Firmato lo scorso 25 marzo dai ministri del Lavoro e dell’Economia, il decreto che disciplina i criteri di misurazione degli incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza ed innovazione è ancora in attesa di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

 

Come ormai noto, la legge di stabilità 2016 ha reintrodotto la misura agevolativa in favore dei lavoratori che abbiano percepito nell’anno precedente un reddito da lavoro dipendente fino a 50.000 euro. La norma prevede un’imposta sostitutiva dell’IRPEF con aliquota pari al 10% applicabile alle somme e ai benefit corrisposti per incrementi di produttività, entro il limite di importo complessivo di 2.000 euro lordi, ovvero di 2.500 euro per le imprese che coinvolgano pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro.

 

Un’importante novità riguarda la possibilità per il lavoratore di percepire il premio di produttività, interamente o parzialmente, sotto forma di beni e servizi, anche attraverso il sistema di bilateralità del settore, con applicazione integrale, dal punto di vista fiscale, di quanto stabilito dal comma 2 e dall’ultimo periodo del comma 3 dell’art. 51 del d.P.R. n. 917/1986 (Testo unico delle imposte sui redditi).

 

Ai fini dell’accesso all’imposta agevolata, è necessario che l’erogazione avvenga in esecuzione di contratti aziendali o territoriali sottoscritti dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, dalle rappresentanze sindacali aziendali o dalle RSU.  

 

Divenuta operativa la norma, Confprofessioni e le controparti sindacali intendono stipulare una serie di accordi territoriali, al fine di consentire a tutte le strutture professionali di accedere all’agevolazione, a prescindere dal numero di dipendenti in organico. In questo senso, le parti sociali individueranno gli indici e gli obiettivi di produttività, nonché i criteri di misurazione più adatti alle caratteristiche del comparto, lasciando ai singoli studi la possibilità di selezionare quelli più appropriati al proprio contesto.