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2 giugno: Giornata Mondiale della Consapevolezza sui Disturbi Alimentari

Rompiamo il Silenzio: Non Siete Soli! Esistono risorse e professionisti pronti ad aiutare chi soffre di disturbi alimentari. Parlarne è un atto di coraggio e il primo passo verso la guarigione

I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) rappresentano una sfida crescente per la salute pubblica. La loro diffusione è tale per cui sono stati definiti una “epidemia silenziosa” dalle agenzie sanitarie. Questi disturbi colpiscono prevalentemente gli adolescenti, ma si sta osservando un preoccupante abbassamento dell’età di esordio. È importante sottolineare che i DNA rappresentano la seconda causa di morte nella fascia di età giovanile. Le complicanze psicofisiologiche associate ai DNA possono essere molto gravi, a volte irreversibili e fortemente invalidanti. Alcuni studi recenti suggeriscono che la pandemia di COVID-19 potrebbe aver determinato un aumento dei casi di DNA di circa il 30%.

Condurre studi epidemiologici accurati sui DNA è complesso per diversi motivi, tra cui la tendenza dei pazienti a negare o nascondere la loro malattia e la riluttanza a cercare aiuto professionale.

Focus sulla Ricerca in Sicilia e l’Importanza dell’Intervento Mirato

Per affrontare il problema dei DNA, è fondamentale un intervento mirato e basato su dati concreti. La ricerca condotta in Sicilia da un Gruppo di Lavoro (GDL) che coinvolge diversi attori chiave (Ordine degli Psicologi, Ordine dei Medici, Università di Palermo, CNR e ASP) fornisce un esempio significativo in tal senso. Questa ricerca ha avuto diversi obiettivi, tra cui mappare la diffusione dei DNA sul territorio siciliano, indagare le abitudini alimentari e il rapporto con il corpo degli studenti e raccogliere dati da professionisti sanitari e famiglie.

I principali risultati della ricerca siciliana evidenziano:

  • Professionisti sanitari: Le richieste di presa in carico più frequenti riguardavano disturbi psicologici e problemi di peso.
  • Studenti: Un’alta percentuale di studenti risultava essere sottopeso, e una parte significativa presentava un rischio potenziale o probabile di sviluppare problematiche alimentari.
  • Famiglie: Molte famiglie avevano sostenuto spese elevate per far fronte ai disturbi alimentari dei propri cari.

Questi risultati sottolineano l’importanza di aumentare la consapevolezza sui DNA, migliorare la diagnosi precoce, garantire un trattamento tempestivo e multidisciplinare e investire in risorse adeguate alla cura. Affrontare efficacemente i DNA è un investimento cruciale per il futuro, sia in termini di salute pubblica che di gestione delle risorse sanitarie.

 

Il 2 giugno torna a illuminare una realtà spesso oscurata: la Giornata Mondiale della Consapevolezza sui Disturbi Alimentari. Questa data cruciale non è solo un momento per riconoscere la sofferenza di milioni di persone in tutto il mondo, ma anche un’opportunità per riflettere profondamente su come la società, attraverso il linguaggio e la rappresentazione mediatica, possa involontariamente alimentare o contrastare questo problema complesso. È anche un’occasione per sottolineare l’urgenza di un intervento tempestivo e mirato, come evidenziato da recenti ricerche.

Tuttavia, il modo in cui ne parliamo e come vengono rappresentati nei media può avere un impatto significativo sul benessere di chi ne soffre e sulla percezione che la società ha di queste condizioni.

L’importanza di un linguaggio consapevole:

Le parole hanno un peso. Etichette superficiali, commenti sul peso o sull’aspetto fisico, anche se apparentemente innocui, possono innescare o esacerbare insicurezze e comportamenti disfunzionali legati all’alimentazione e all’immagine corporea. In questa Giornata Mondiale, è fondamentale promuovere un linguaggio rispettoso, empatico e privo di giudizio. Evitiamo di:

  • Focalizzarci sul peso e sull’aspetto fisico: Concentriamoci invece sulla salute, sul benessere e sulle qualità interiori delle persone.
  • Usare termini dispregiativi o sminuenti: Definizioni come “anoressica” o “bulimica” riducono la persona alla sua malattia. Parliamo di “persone che lottano con un disturbo alimentare”.
  • Fare paragoni o commenti sulla dieta altrui: Ogni individuo ha un percorso unico e commenti non richiesti possono essere dannosi.

Un appello a una rappresentazione mediatica responsabile:

I media svolgono un ruolo potente nel plasmare la percezione sociale. Immagini irrealistiche di corpi “perfetti”, la glorificazione della magrezza estrema o la rappresentazione superficiale dei disturbi alimentari possono contribuire a creare ideali irraggiungibili e a normalizzare comportamenti rischiosi. In occasione di questa giornata, lanciamo un appello ai media affinché adottino una rappresentazione più autentica e responsabile:

  • Mostrare la diversità dei corpi: Celebriamo la bellezza in tutte le sue forme e dimensioni, contrastando l’ideale unico e irrealistico spesso promosso.
  • Raccontare storie di guarigione e resilienza: Offrire speranza e mostrare che il recupero è possibile, concentrandosi sul percorso e sul supporto ricevuto.
  • Consultare esperti: Garantire che la rappresentazione dei disturbi alimentari sia accurata, sensibile e informativa, evitando sensazionalismi o semplificazioni eccessive.
  • Dare spazio alle voci di chi ha vissuto l’esperienza: Ascoltare le testimonianze dirette può contribuire a umanizzare la malattia e a promuovere una maggiore comprensione.

In questo 2 giugno, rinnoviamo il nostro impegno a rompere il silenzio che circonda i disturbi alimentari. Iniziamo con le nostre parole e con il modo in cui interagiamo con gli altri e con i media. Promuoviamo un ambiente in cui il supporto, la comprensione e il rispetto siano al centro, e in cui chi lotta non si senta solo ma incoraggiato a cercare e ricevere l’aiuto di cui ha bisogno. La consapevolezza è il primo passo, ma un linguaggio e una rappresentazione responsabili, uniti a un intervento tempestivo e mirato, sono fondamentali per costruire una società più inclusiva e attenta al benessere di tutti.

Se tu o qualcuno che conosci state lottando con un disturbo alimentare, ricordate che non siete soli. Esistono risorse e professionisti pronti ad aiutarvi. Parlarne è un atto di coraggio e il primo passo verso la guarigione.

Dr. Rosalba Contentezza

Vicepresidente PLP