«La rappresentanza è essenziale per interpretare le legittime richieste degli iscritti, e ha un ruolo fondamentale di mediazione, che permette alla politica e alle istituzioni di intercettare i bisogni dei professionisti. Ma essere parte sociale significa guardare oltre alle esigenze della categoria e alzare lo sguardo allo sviluppo e al benessere dell’intero Paese». Con queste parole Andrea Dili, presidente di Confprofessioni Lazio, ha introdotto il webinar sul II Rapporto sulle libere professioni nel Lazio, il confronto, moderato da Maria Carla De Cesari, giornalista de Il Sole 24 Ore, che ha visto la partecipazione del professor Paolo Feltrin, coordinatore dell’Osservatorio delle libere professioni; di Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro e nuovi diritti; di Eleonora Mattia, presidente della Commissione Lavoro del Consiglio regionale; e di Giacomo Ranieri, assessorato allo sviluppo economico.
«La Regione Lazio è la seconda regione italiana per Pil, ha un importante peso economico e sociale e ha dimostrato di avere un sistema sanitario all’altezza dell’emergenza. Tuttavia, sebbene anche il Rapporto sulle libere professioni nel Lazio ci consegni dati confortanti, che ci confermano di essere sulla strada giusta, non dobbiamo dimenticare il difficile contesto in cui ci troviamo» ha commentato Claudio Di Berardino, assessore al Lavoro e nuovi diritti, primo a prendere la parola. «Per questo Regione Lazio sta intervenendo a 360 gradi sul tessuto economico laziale, non soltanto con azioni di protezione e con tanti bandi a sostegno anche dei professionisti, ma anche con un’azione mirata sul tema della formazione e delle competenze, per sostenere davvero il lavoro, anche attraverso una riforma profonda dei centri per l’impiego».
Il tema della valorizzazione delle competenze è al centro anche dell’attività professionale di Eleonora Mattia, presidente della Commissione Lavoro del Consiglio regionale: «Il Lazio è stato la prima regione in Italia a introdurre una legge per l’equo compenso dei professionisti, una legge contro il “caporalato intellettuale” che mira a tutelare davvero le professionalità, soprattutto dei più giovani, spesso costretti a lasciare il Paese per vedere riconosciuto il proprio lavoro».E per il futuro la Presidente Mattia promette anche maggiore sostegno all’occupazione femminile: «Puntiamo a colmare il gap, reddituale e numerico, tra professionisti e professioniste» – ha dichiarato. «Presto la Regione Lazio avrà una legge quadro sull’occupazione femminile per affrontare le nuove sfide del mercato del lavoro e tutelare il lavoro delle donne, anche attraverso un rafforzamento della formazione nelle materie Stem e di percorsi formativi di alta specializzazione».
Sostegni alle attività professionali vengono anche dall’assessorato regionale allo Sviluppo economico che ha varato un contributo a fondo perduto per le partite iva, un intervento che incontra l’approvazione del presidente Dili che, tuttavia, sottolineando la sofferenza delle categorie professionali, chiede l’allargamento delle attività beneficiarie, rilevando poi la necessità di varare strumenti di incentivazione all’aggregazione e agli investimenti negli studi professionali. «Siamo convinti che attraverso l’unione di professionisti con percorsi e competenze diverse si potranno dare risposte efficaci a imprese e cittadini, alle prese con una realtà sempre più multiforme e articolata».