
Italia al 25º posto per digitalizzazione. Su 28 Stati membri dell’UE il nostro Paese risulta essere tra gli ultimi posti per acquisti, studio, pagamento delle bollette e utilizzo di servizi pubblici online, in poche parole, per l’uso di internet.
È quanto emerge dal nuovo indice dell’economia e della società digitali messo a punto dalla Commissione europea e pubblicato lo scorso 24 febbraio. I dati dimostrano che all’interno dell’UE la digitalizzazione dei Paesi non è uniforme e che i confini nazionali continuano a rappresentare un ostacolo a un vero e proprio mercato unico digitale, una delle priorità fondamentali della Commissione Juncker.
L’indice fornisce un’istantanea, per ogni Paese, della connettività (quanto è diffusa, rapida e accessibile la banda larga), delle competenze internet, dell’utilizzo delle attività online, dai notiziari agli acquisti, dello sviluppo delle principali tecnologie digitali (fatture elettroniche, servizi di cloud, commercio elettronico) e dei servizi pubblici digitali come i servizi di amministrazione e sanità elettroniche. I dati si riferiscono principalmente al 2013 e al 2014 e forniscono una panoramica sul livello di digitalizzazione dell’Europa, comprese le classifiche dei principali protagonisti digitali.
In questa classifica l’Italia si colloca al 25º. Nel periodo 2013-2014 l’Italia ha compiuto progressi per quanto riguarda l’integrazione delle imprese nelle tecnologie digitali; tuttavia le imprese italiane sono ancora in gran parte “non digitali” e potrebbero trarre vantaggio da un maggior utilizzo del commercio elettronico (solo il 5,1 % delle PMI vende online, e il fatturato del commercio elettronico delle imprese italiane è pari soltanto al 4,8 % del fatturato totale). L’Italia è in ritardo anche per le connessioni Internet veloci (disponibili solo per il 21 % delle famiglie nel dicembre 2013, la peggiore copertura in tutta l’UE), solo il 51% delle famiglie è abbonato alla banda larga fissa, anche in questo caso la percentuale più bassa dell’UE. Infine, l’Italia deve fare progressi sul fronte della domanda: i bassi livelli di competenze digitali (l’Italia ha una delle percentuali più basse di utenti regolari di Internet nell’UE , solo il 59 %, e il 31 % della popolazione italiana non ha mai usato Internet) e di fiducia (solo il 42 % degli utenti di Internet fa uso dei servizi bancari online e il 35 % fa acquisti online) frenano lo sviluppo dell’economia digitale. Nei servizi pubblici digitali l’Italia è più vicina alla media UE, ma i servizi di eGovernment rimangono scarsi, in parte a causa dei servizi pubblici online non sufficientemente sviluppati e in parte a causa delle scarse competenze digitali. L’Italia infine è 26esima per la lettura delle notizie su internet, 22esima per l’uso dei social network ma 12esima per video, musica e giochi online.