Via al protocollo di collaborazione tra Confprofessioni Emilia Romagna e la Consigliera regionale di parità. Lo scorso 15 febbraio, a Bologna, nel corso di un convegno dal titolo “Donne e uomini nelle professioni. Uguali o diversi?”, la Presidente Maria Paglia e la Consigliera Rosa Maria Amorevole, hanno sottoscritto un accordo teso a rafforzare la conoscenza e la riflessione sul lavoro professionale in un ottica di genere. “Occorre lavorare affinché i settori meno conosciuti del mercato del lavoro siano studiati e descritti, in ottica di genere, anche per poter formulare proposte operative utili all’entrata e alla permanenza del genere meno presente”, ha affermato Amorevole.
Tra gli obiettivi del protocollo, la promozione di periodiche analisi di apporfondimento, a valenza regionale, in relazione alla presenza di donne e uomini tra gli iscritti agli Ordini e nelle posizioni di rappresentanza; l’approfondimento dei nuovi fabbisogni di welfare e forme di incentivazione del lavoro professionale da parte del genere meno rappresentato; l’individuazione dei bisogni formativi e organizzativi utili a prevenire la fuoriscita dal mercato del lavoro professionale in concomitanza con la maternità. “Una Consulta delle professioni potrebbe facilitare il recepimento delle istanze provenienti dal lavoro professionale nelle politiche regionali” suggerisce Paglia. “Per le professioniste” aggiunge “occorre promuovere coworking, servizi autogestiti per la conciliazione, ed una formazione trasversale che faciliti l’associazione tra professionisti per aumentare dimensione e capacità professionale”.
L’incontro di Bologna è stato inoltre l’occasione per fare il punto sul lavoro professionale femminile in Emilia Romagna, a partire dalle realtà rappresentate dagli Ordini (2,6 milioni di iscritti in Italia nel 2011, 280 mila in Emilia Romagna con un’incidenza del 4,85% sul PIL regionale).
Secondo i dati di una ricerca condotta da Nomisma per Confprofessioni Emilia Romagna, il numero delle professioniste nella regione varia in base all’ambito professionale. Scarsa, seppur in aumento, la presenza femminile in area tecnica (1% tra i tecnici e periti industriali, 13% tra gli ingegneri, 16% tra gli agronomi e 18% tra i geologi); superiore invece tra i notai e i commercialisti (29% e 39%). La percentuale sale tra i veterinari e i medici (41% ) e gli architetti (42%), ma il sorpasso avviene tra gli avvocati e i consulenti del lavoro, dove ben il 51% e il 58% è donna. Svettano in cima alla classifica le psicologhe con il loro 81%.
Un altro dato che emerge dalla ricerca è quello relativo alla differenza dei redditi delle professioniste, inferiori di circa la metà rispetto ai colleghi in ogni categoria professionale. Guadagnano il 57% in meno le avvocate, il 50% in meno le commercialiste, il 49% in meno le ingegnere, il 44% in meno le architette, il 43% in meno le veterinarie, il 41% in meno le geologhe e le agronome, solo per fare qualche esempio.