Giustizia tributaria, via libera alla riforma

Lo scorso 9 agosto, la Camera ha approvato il testo licenziato dal Senato. I nuovi magistrati saranno reclutati tramite concorso. I ministri Franco e Cartabia: “Rispettate le scadenze del Pnrr”

Via libera al Ddl di iniziativa governativa sulla riforma della giustizia e del processo tributari. Con 288 favorevoli, 11 contrari e 27 astenuti, lo scorso 9 agosto, la Camera ha infatti approvato il testo licenziato dal Senato il 4 agosto.

In un comunicato stampa congiunto, i ministri dell’Economia e della Giustizia, Franco e Cartabia, hanno sottolineato l’importanza della riforma «per le esigenze di cittadini e imprese e per rispettare le scadenze del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

«In attuazione degli obiettivi del PNRR incentrati sul miglioramento della qualità delle sentenze tributarie e della riduzione del contenzioso presso la Corte di Cassazione, il legislatore ha puntato sulla riforma dell’ordinamento degli organi speciali di giustizia tributaria e sull’introduzione di istituti processuali volti non solo a deflazionare il contenzioso esistente ma anche a incentivare l’uniformità dei giudizi in materie analoghe», si legge nella nota.

Viene introdotto un ruolo autonomo e professionale della magistratura tributaria con 576 giudici tributari reclutati tramite concorso per esami mentre 100 degli attuali giudici togati, 50 provenienti dalla magistratura ordinaria e 50 dalle altre magistrature, potranno transitare definitivamente e a tempo pieno nella giurisdizione tributaria speciale.

Sul piano processuale le controversie di modico valore vengono devolute ad un giudice monocratico, si rafforza la conciliazione giudiziale e viene definitivamente superato il divieto di prova testimoniale.

Risulta inoltre potenziato il giudizio di legittimità con la creazione in Cassazione di una sezione civile deputata esclusivamente alla trattazione delle controversie tributarie.

La definitiva professionalizzazione della magistratura tributaria comporta anche un rafforzamento dell’organo di autogoverno dei giudici tributari, presso il quale nasce l’Ufficio ispettivo e l’Ufficio del massimario nazionale, così come vengono potenziate le strutture centrali e territoriali del MEF, che si occuperanno della gestione amministrativa delle nuove Corti tributarie.

«La riforma – conclude la nota – rende la giustizia tributaria conforme ai principi del giusto processo e contribuisce a sostenere l’intero sistema Paese in termini di competitività e richiamo degli investitori esteri».