Liberalizzazioni, il governo torna alla carica

POLITICA. Accelera l’iter di approvazione della manovra. Professioni verso la deregolamentazione Domani, 14 luglio, il Senato chiuderà il voto sulla manovra finanziaria per consentire il passaggio del testo alla Camera nella stessa giornata di giovedì. La decisione presa all’unanimità dai Capigruppo del Senato è stata annunciata dal Presidente del Senato, Renato Schifani, al termine della
POLITICA. Accelera l’iter di approvazione della manovra. Professioni verso la deregolamentazione

Domani, 14 luglio, il Senato chiuderà il voto sulla manovra finanziaria per consentire il passaggio del testo alla Camera nella stessa giornata di giovedì. La decisione presa all’unanimità dai Capigruppo del Senato è stata annunciata dal Presidente del Senato, Renato Schifani, al termine della Conferenza dei Capigruppo a Palazzo Madama. L’accelerazione imposta dal Parlamento per fronteggiare l’attacco speculativo ai titoli di Stato italiani, potrebbe portare all’approvazione definitiva della manovra correttiva già entro venerdì sera. Secondo le prime indiscrezioni, l’ultima versione del decreto legge interviene pesantemente sul fronte delle privatizzazioni, con il collocamento sul mercato di nuove quote di aziende statali (Eni, Enel e Finmeccanica) e con la cessione delle società municipalizzate da parte dei Comuni, e su quello delle liberalizzazioni delle professioni. Dopo il varo di una Commissione di studio, istituita presso il ministero della Giustizia e composta da esperti nominati dai ministri della Giustizia, dell’Economia, dello Sviluppo economico e del Lavoro e rappresentanti della Commissione europea, dell’Ocse e del Fondo monetario internazionale, contenuta nel decreto-legge in materia di stabilizzazione finanziaria approdato nella Gazzetta Ufficiale n. 155 del 6 luglio, il governo sta studiando nuove misure per deregolamentare l’accesso agli ordini professionali (già anticipate nella proposta di legge delega che prevede anche l’abolizione dell’esame di Stato per la professione di avvocato e di dottore commercialista ed esperto contabile) e favorire la concorrenza. Entro sei mesi, il governo indicherà le professioni che resteranno regolamentate, per tutte le altre scatterà automaticamente le liberalizzazioni.
L’obiettivo del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è quello di lanciare un segnale forte e chiaro alla Commissione europea. Nel documento sulle valutazioni sul Programma nazionale di riforme e sul Piano di stabilità 2011-2014 trasmesso a Roma lo scorso 7 giugno, l’Ue stigmatizzava l’assenza di misure che favorissero la concorrenza e l’apertura del mercato dei servizi professionali. Secondo la Commissione europea ci sono “ampi margini per l’ulteriore apertura dei servizi in Italia, segnatamente i servizi professionali”. La classifica stilata dal "Regulation in professional service indicator” dell’Ocse, nel 2008 collocava l’Italia al 19° posto su 20. Ai tecnici di Bruxelles non sono sfuggiti neppure i rilievi dell’Antitrust italiana, che indicano come le restrizioni dei prezzi e le tariffe minime abbiano un effetto inflazionistico e tendano a ridurre la concorrenza. Dunque, tra le raccomandazioni che la Commissione europea ha inviato all’Italia, l’invito ad adottare provvedimenti per liberalizzare l’accesso alle professioni e alle attività di servizi suona quasi come un ultimatum. Lo stesso Antonio Catricalà, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, durante la sua relazione annuale illustrata alla Camera lo scorso 21 giugno ha lanciato un pesante monito al governo: “Il processo delle liberalizzazioni si è arrestato e non compare più tra le priorità della politica”, sottolineando come l’Antitrust abbia “dovuto denunciare pericolosi tentativi di chiusura dei mercati dettati dagli interessi particolari in settori come le farmacie, le assicurazioni, alcune professioni, i trasporti”.
 

10757