Manovra, rischio licenziamenti negli studi medici

AREA SANITA’ E SALUTE. Un sondaggio del Centro studi della Fimmg sugli effetti del decreto appena varato dal Parlamento La manovra economica recentemente varata comporta un blocco degli adeguamenti contrattuali, anche per i medici di medicina generale, a tutto il 2014. Una parte della retribuzione dei medici di famiglia è finalizzata a sostenere gli aspetti
AREA SANITA’ E SALUTE. Un sondaggio del Centro studi della Fimmg sugli effetti del decreto appena varato dal Parlamento

La manovra economica recentemente varata comporta un blocco degli adeguamenti contrattuali, anche per i medici di medicina generale, a tutto il 2014. Una parte della retribuzione dei medici di famiglia è finalizzata a sostenere gli aspetti organizzativi degli studi medici: personale, attrezzature e locali.
Un sondaggio condotto dal Centro Studi della Fimmg (la Federazione italiana dei medici di medicina generale aderente a Confprofessioni) ha analizzato le possibili conseguenze del prolungato ritardo dei rinnovi contrattuali e degli aggiornamenti economici nell’organizzazione lavorativa della medicina generale italiana. Per il 94,7% degli oltre mille medici di medicina generale, che hanno partecipato al sondaggio, tale situazione costituisce un evidente elemento di rischio per gli investimenti nella propria attività professionale; ne risentiranno in particolare gli investimenti in tecnologia diagnostica, nell’informatica e nel personale di studio.
Proprio su questo ultimo aspetto il 60,5% del campione ritiene che possa esser presa in considerazione una riduzione di orario o il licenziamento del personale attualmente di supporto alla propria attività ambulatoriale. E questo potrebbe accadere nonostante da molti venga percepita, per le crescenti incombenze burocratiche, l’esigenza di ulteriore supporto nella propria attività: il 78,3% del campione riferisce infatti che sarebbe disponibile a procedere a nuove assunzioni di personale qualora adeguatamente finanziate.
La penalizzazione degli investimenti nell’organizzazione del medico di medicina generale comporterà, per oltre il 95% degli intervistati, un rallentamento nei processi di innovazione tecnologica, con particolare riferimento alla cosiddetta “sanità elettronica”; per il 93,9% del campione sarà impossibile o molto difficile partecipare ad esperienze di medicina di iniziativa.
Le conseguenze per i pazienti potrebbero comportare peggioramenti nell’accessibilità allo studio medico (sicuramente per il 41% e probabilmente per il 35.8% del campione), con il rischio di aumento di accessi al Pronto Soccorso (sicuramente per il 37,8% e probabilmente per il 37,9%) e dei ricoveri ospedalieri (sicuramente per il 34,7% e probabilmente per il 37,6% campione).
Quello che viene tracciato è insomma un quadro preoccupante dove emerge evidente il rischio che il processo di evoluzione dell’assistenza primaria, a cui tutto il Sistema è chiamato, possa bruscamente interrompersi e possano verificarsi effetti fortemente sfavorevoli sulla gran parte dei percorsi e dei livelli assistenziali.
 

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