La delusione dei professionisti: Colpire evasori e patrimoni

Il presidente di Confprofessioni nell’intervista a Il Corriere del Veneto del 20 agosto 2011: Contributo di solidarieta’? Patrimoniale piu’ giusta. Tanti sottotassati, come le cantine vinicole Gaetano Stella, commercialista e presidente nazionale di Confprofessioni, non nasconde la sua delusione per la manovra agostana del governo: “Il contributo di solidarietà? Fuori luogo, prima bisogna colpire gli
Il presidente di Confprofessioni nell’intervista a Il Corriere del Veneto del 20 agosto 2011: Contributo di solidarieta’? Patrimoniale piu’ giusta. Tanti sottotassati, come le cantine vinicole

Gaetano Stella, commercialista e presidente nazionale di Confprofessioni, non nasconde la sua delusione per la manovra agostana del governo: “Il contributo di solidarietà? Fuori luogo, prima bisogna colpire gli evasori. E una patrimoniale sarebbe stata più equa”.

VICENZA — Di tasse se ne intende parecchio, per professione (fa il commercialista da 35 anni) e per incarichi istituzionali (è componente del Cnel, Consiglio nazionale dell’economia e lavoro, nonché presidente nazionale della Confederazione delle libere professioni). Perciò se Gaetano Stella, professionista vicentino, sostiene che il contributo di solidarietà escogitato dal governo nella manovra ferragostana «è una misura sin troppo facile, che colpisce chi già paga tutte le tasse, mentre una patrimoniale sarebbe stata più equa», c’è da prenderlo molto sul serio.
Dottor Stella, come numero uno nazionale di Confprofessioni lei ha partecipato al tavolo fra il governo e le parti sociali sulla manovra «lacrime e sangue» di questo agosto: a conti fatti, che giudizio ne dà?
«Ci è capitata addosso, questa manovra agostana, in modo improvviso e improvvido. Mi sembra evidente che il governo, forse per la fretta, ha fatto di ogni erba un fascio».
Per esempio?
«Il primo che mi viene in mente, guardando in casa mia: il capitolo sulla riforma delle professioni. Lo stesso documento tecnico presentato dal governo dice, testualmente, che non porterà alcun effetto sul piano finanziario. Quindi, mi chiedo, cosa c’entrava? Sono cose che, in Italia, succedono tipicamente nel periodo di Ferragosto: si approfitta per buttare dentro, in questo caso nella manovra economica, quello che non si è riusciti a fare nel resto dell’anno. Ma così non funziona».
Veniamo al succo del provvedimento: il contributo di solidarietà sopra i 90mila euro di reddito era la misura giusta da prendere?
«Io ci sono dentro, ma non è questo il punto. Il punto è che il contributo colpisce quelli che già pagano le tasse e danno molto all’Italia, mentre prima bisognava stanare gli evasori. Faccio il commercialista e conosco la materia: abbiamo raggiunto un livello di evasione che non fa onore all’Italia e agli italiani».
L’alternativa quale poteva essere?
«Meglio una patrimoniale sui patrimoni di dimensioni importanti, magari con aliquote diversificate. Sicuramente sarebbe stata più giusta. Questo contributo di solidarietà, previsto oltretutto per 3 anni, è fuori luogo».
Merkel e Sarkozy, cioè le due potenze europee, spingono per l’introduzione della Tobin tax, una tassa sulle transazioni finanziarie: è d’accordo?
«È uno strumento valido. Un’aliquota minima applicata a tutte le transazioni può funzionare ed è facile da realizzare. Noi di Confprofessioni l’avevamo proposta, al tavolo tecnico aperto dal ministro Tremonti, mala risposta è stata freddissima. C’è un pregiudizio verso questa misura, un pregiudizio probabilmente ideologico».
E quella mostruosa evasione di cui si parlava?
«In Italia c’è troppa evasione, ma anche un grande problema di elusione e di sottotassazione: alcune categorie di contribuenti pagano, rispettando le regole, molto meno di quello che dovrebbero…».
Un esempio?
«So già che mi attirerò addosso grandi antipatie, ma parlavo, per esempio, delle cantine vinicole o delle aziende ortofrutticole. Pagano le imposte in base a un reddito dominicale forfettario, come gli agricoltori, indipendentemente dai volumi d’affari. Cioè, come dicevo, sono sottotassati rispetto a quello che potrebbero versare all’erario».
Per continuare: la parte della manovra che riguarda la riduzione delle Province e dei piccoli Comuni vi ha convinto?
«I vantaggi, onestamente, mi sembrano limitati, anche se non c’è dubbio sul fatto che vi siano spesso delle sovrapposizioni di competenze tra le quali il cittadino viene inutilmente sballottato. Dal mio punto di vista, sarebbe già un buon risultato se le Province diventassero un ente di secondo livello, formato da un’assemblea di sindaci del territorio di riferimento. Mi sembrerebbe una riforma di buon senso, ma il buon senso in questo Paese finisce molto spesso in retrovia».
Un merito che riconosce a questo governo?
«Devo dare atto che, con il veneto Maurizio Sacconi al ministero del Lavoro, c’è stata un’attenzione per il mondo delle professioni che non si era vista prima. Finalmente non si parla soltanto di imprese e imprenditori ma di datori di lavoro: ora anche i professionisti hanno alcuni ammortizzatori sociali, hanno i Confidi, da ultimo è arrivata l’introduzione dell’equo compenso per i praticanti, un esempio concreto di welfare per chi non l’aveva mai avuto. Questo è un fatto importante e va riconosciuto».
 

Alessandro Zuin

 

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