Servizi professionali, in arrivo una nuova e-card europea

Il Desk europeo di Confprofessioni ha reso noto che la Commissione europea ha allo studio una procedura elettronica semplificata che renderà più facile fornire servizi all’estero, riducendo anche i costi amministrativi Una nuova e-card europea per i servizi professionali. È una delle ultime novità presentate dalla Commissione europea per facilitare la prestazione di servizi ad
Il Desk europeo di Confprofessioni ha reso noto che la Commissione europea ha allo studio una procedura elettronica semplificata che renderà più facile fornire servizi all’estero, riducendo anche i costi amministrativi

Una nuova e-card europea per i servizi professionali. È una delle ultime novità presentate dalla Commissione europea per facilitare la prestazione di servizi ad una potenziale base di circa 500 milioni di clienti in tutta l’Unione europea. Lo ha reso noto il Desk europeo di Confprofessioni, che recentemente ha partecipato alla presentazione del nuovo pacchetto servizi della Commissione europea.

 

«La nuova e-card europea dei servizi è una procedura elettronica semplificata che renderà più facile per i prestatori di servizi alle imprese e di servizi di costruzione di espletare le formalità amministrative necessarie per fornire servizi all’estero» spiega Susanna Pisano, rensponsabile del Desk europeo di Confprofessioni.

 

La nuova e-card europea conterrà i dati identificativi del prestatore di servizi; lo stato membro in cui una specifica attività sarà svolta; informazioni sulle qualifica/certificazioni richieste nello Stato membro di origine; informazioni sulla buona condotta del prestatore (per esempio eventuali sanzioni professionali); informazioni sulla copertura assicurativa del prestatore di servizi.

 

«La carta europea dei servizi farà fede dello stabilimento legale in un dato paese del prestatore di servizi» aggiunge Pisano «e una volta emessa impedirà agli stati membri ospitanti di richiedere al professionista nuove autorizzazioni o notifiche preventive, previste dalle singole legislazioni nazionali, creando di fatto un mercato unico europeo dei servizi, regolato da un lasciapassare extranazionale».