Il medico di famiglia e’ sempre piu’ donna

AREA SANITA’ E SALUTE. Uno studio della Fimmg analizza il cambio generazionale nella medicina generale Il medico di famiglia è sempre più “rosa”. A rivelarlo è Tommasa Maio, coordinatrice nazionale del progetto Giovani e responsabile della formazione manageriale della Scuola Quadri Fimmg, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale aderente a Confprofessioni, nel corso del
AREA SANITA’ E SALUTE. Uno studio della Fimmg analizza il cambio generazionale nella medicina generale

Il medico di famiglia è sempre più “rosa”. A rivelarlo è Tommasa Maio, coordinatrice nazionale del progetto Giovani e responsabile della formazione manageriale della Scuola Quadri Fimmg, la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale aderente a Confprofessioni, nel corso del 66° Congresso nazionale Fimmg-Metis, in programma a Villasimius dal 3 all’8 ottobre. Ma non solo. Secondo gli ultimi dati provenienti dalla Federazione e dai bilanci dell’Enpam, l’ente di previdenza della categoria, si stima che entro 20 anni oltre il 90% dei medici attualmente in attività andrà in pensione, lasciando così spazio alle nuove generazioni.
Secondo Tommasa Maio, “il rapido rinnovamento dei medici di medicina generale, con il massiccio ingresso dei giovani e la ‘femminilizzazione’ della categoria, richiede un necessario rinnovamento dei meccanismi organizzativi della professione”. “La Fimmg sta iniziando a interrogarsi sulle dinamiche demografiche con l’obiettivo di trovare meccanismi più adeguati ai bisogni della nuova generazione di medici”, ha aggiunto la Maio.
Il graduale ma costante aumento delle donne nella professione è evidente già tra i medici nati dopo il 1964, tra i quali le donne rappresentano il 52%. Ma la tendenza è ancora più palese se si considerano gli iscritti ai corsi di formazione dove la popolazione femminile supera la quota del 70%. “In particolare – ha concluso la coordinatrice nazionale del progetto – il sorpasso delle donne sugli uomini richiede l’introduzione di modelli organizzativi del lavoro che tengano conto anche del ruolo svolto dalle donne nella società e una costante attenzione alle tutele per la maternità e la pensione”.
 

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