Redditometro, contribuenti nel mirino del fisco

Dal prossimo anno entra in vigore il nuovo metodo di calcolo delle spese. L’Anmvi: Misure punitive che non garantiranno maggior gettito. Entrerà in vigore a febbraio 2012 e avrà l’obiettivo di accertare l’aderenza tra il reddito dichiarato nel 2010, relativo all’anno d’imposta 2009, e la capacità di spesa. È il nuovo redditometro anti evasione fiscale
Dal prossimo anno entra in vigore il nuovo metodo di calcolo delle spese. L’Anmvi: Misure punitive che non garantiranno maggior gettito.

Entrerà in vigore a febbraio 2012 e avrà l’obiettivo di accertare l’aderenza tra il reddito dichiarato nel 2010, relativo all’anno d’imposta 2009, e la capacità di spesa. È il nuovo redditometro anti evasione fiscale che, prima del debutto ufficiale, dovrà affrontare, a partire da novembre, un periodo di sperimentazione affidata alle associazioni di categoria delle imprese e ai professionisti.
Presentato lo scorso 25 ottobre dal direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, il nuovo strumento andrà a indagare le spese e non i beni posseduti (questa la novità rispetto al passato) ma “non sarà utilizzato per accertamenti di massa. Sarà uno strumento di compliance”, ha voluto precisare Befera.
Per il calcolo verranno prese in considerazione cento voci indicative della capacità di spesa del contribuente, divise in sette categorie: abitazione (principale e non, mutui, ristrutturazioni, collaboratori domestici, arredi, utenze), mezzi di trasporto (auto, minicar, caravan, moto, barche), contributi e assicurazioni (contributi previdenziali, responsabilità civile, incendio e furto, vita), istruzione (asili nido, scuola per l’infanzia, primaria e secondaria, corsi di lingue straniere, università, master), attività sportive, ricreative e cura della persona (sport, iscrizioni a circoli, cavalli, abbonamenti pay-tv, alberghi, centri benessere), altre spese significative (oggetti d’arte e antiquariato, gioielli, donazioni, etc.) e investimenti immobiliari e mobiliari netti (fabbricati, terreni, prodotti finanziari, valuta estera e oro).
Attraverso uno specifico software, lo spesometro, i 50 milioni di soggetti potranno verificare la coerenza del proprio reddito con le spese sostenute e migliorare la propria fedeltà fiscale. Se lo scostamento tra reddito dichiarato e tenore di vita dovesse risultare troppo elevato, l’Agenzia delle Entrate effettuerà ulteriori accertamenti di natura presuntiva e, in mancanza di adeguati chiarimenti, procederà con l’accertamento vero e proprio.
Accolto con favore da diversi rappresentanti del mondo delle associazioni di categoria e degli ordini professionali, il nuovo redditometro, tuttavia, fa gridare allo scandalo l’Anmvi, l’Associazione Nazionale Medici Veterinari aderente a Confprofessioni, per l’inserimento delle spese veterinarie e del cavallo fra i beni che denotano un elevato tenore di vita. "Siamo al surrealismo fiscale. È l’ennesima allucinazione del Fisco nazionale, un quadro visionario, degno della ribellione descritta nella Fattoria di George Orwell", ha sentenziato Marco Melosi, presidente dell’Anmvi, al quale fa eco Carlo Scotti, medico veterinario membro della Giunta esecutiva di Confprofessioni: “Il nuovo redditometro causerà la fuga di massa dalla prevenzione veterinaria e da ogni tracciabilità fiscale dei comportamenti di vita e di salute. In sostanza un abbassamento generale della sanità animale, con ripercussioni, anche finanziarie, sulla diffusione del randagismo, sulla propagazione delle zoonosi”. “Considerare le spese veterinarie come indice di lusso – fa sapere l’Anmvi – è un abbaglio, lo stesso che Via XX Settembre ha già preso aumentando l’IVA al 21% e tagliando le detrazioni fiscali delle cure veterinarie. Si incoraggia così la rinuncia dei proprietari alle cure, minando alla radice le attese di maggior gettito, e si incrementerà la propensione a non richiedere la fattura”. Sotto accusa anche la presenza del cavallo tra i cento indicatori del benessere, “mentre assistiamo ad una recrudescenza di alcune malattie infettive e trasmissibili, colpire il cavallo è il modo migliore per compromettere la sanità animale, vanificando gli sforzi delle autorità sanitarie e di tanti ippiatri a tutelare il patrimonio equino del nostro Paese”.

 

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