Nuovo redditometro, al via la fase di test

Lo scorso 25 ottobre l’Agenzia delle Entrate ha presentato alle parti sociali il nuovo strumento È già partita la fase di test della durata di circa quattro mesi avviata dall’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con il Sose, per testare concretamente, con casi specifici, le modalità di calcolo del Nuovo redditometro. I due istituti hanno infatti
Lo scorso 25 ottobre l’Agenzia delle Entrate ha presentato alle parti sociali il nuovo strumento

È già partita la fase di test della durata di circa quattro mesi avviata dall’Agenzia delle Entrate, in collaborazione con il Sose, per testare concretamente, con casi specifici, le modalità di calcolo del Nuovo redditometro. I due istituti hanno infatti chiesto alle Parti sociali ed agli Ordini professionali di voler contribuire a verificare lo strumento con l’inoltro di una serie di casistiche da ripartire nelle macro aree individuate.
Dopo la presentazione alle parti sociali, tra cui Confprofessioni, e agli ordini professionali interessati, lo scorso 25 ottobre a Roma, l’Agenzia delle Entrate ha predisposto un prodotto software ai fini dell’acquisizione di casi per la fase di test e di valutazione del nuovo strumento, che va dalla prima settimana di novembre fino a fine febbraio 2012. Una volta acquisiti tutti i dati, il Sose provvederà ad elaborare gli archivi trasmessi applicando i calcoli del Nuovo Redditometro.
Come ha precisato l’Agenzia delle Entrate, si tratta di uno strumento basato su una metodologia statistico-matematica applicata ai contribuenti e più propriamente a gruppi omogenei di famiglie, distinte per macro aree geografiche.
Per la redazione del documento, infatti, sono stati presi in esame 22 milioni di nuclei familiari dai quali sono stati individuati 55 gruppi omogenei e cinque aree geografiche (non ancora dettagliate): nord-ovest, nord-est, centro, sud, isole.
Il nuovo redditometro, come più volte ribadito dall’Agenzia, non sarà utilizzato come uno strumento di accertamento di massa, ma sarà soprattutto uno strumento di compliance per il contribuente, il quale sarà messo in condizione di verificare la conformità o l’adeguatezza del reddito dichiarato dall’interessato e dal proprio nucleo familiare, rispetto a quello che emergerebbe dall’applicazione del nuovo redditometro.
L’applicazione, che decorre a partire dall’anno d’imposta 2009, prevede una "soglia di coerenza" tra indicatori di capacità di spesa e reddito dichiarato. Se, per esempio, la discrepanza tra i due elementi – calcolata attraverso un apposito software – supera la soglia, il fisco avvia una procedura per chiarire la situazione. Il procedimento adottato sarà proporzionato in base al livello di rischio di evasione: se il rischio è alto si entra in una lista di controllo approfondito, se il rischio è medio parte una fase di contraddittorio tra contribuente e amministrazione, se il rischio è basso non si procede con ulteriori controlli.
Il nuovo redditometro prenderà in esame oltre 100 voci rappresentative di capacità o indicatori di spesa, fra le quali: abitazione principale, seconde case, mutui, ristrutturazioni, utenze domestiche, auto e moto, assicurazioni sulla vita, infortuni, responsabilità civile, spese di istruzione e per il tempo libero, ma anche gli investimenti (terreni, gioielli, obbligazioni e altri prodotti finanziari). Inoltre per poter individuare tutti i settori e le voci di spesa e per verificare il livello di rischio-evasione di ogni contribuente, il fisco si avvarrà di diverse fonti informative e banche dati quali: questionari, spesometro, dichiarazione dei redditi, anagrafe tributaria, P.r.a..
 

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