Riforma del lavoro; Confprofessioni: tutele anche per i lavoratori autonomi

Il presidente Stella all’incontro con il viceministro Martone chiede di considerare anche le esigenze dei lavoratori autonomi. Avanti con apprendistato e formazione “L’emergenza che il nostro Paese si trova ad affrontare determina la necessità di interventi nell’ambito del lavoro che possano consentire una maggiore inclusione dei soggetti più deboli ed un maggiore coinvolgimento delle parti
Il presidente Stella all’incontro con il viceministro Martone chiede di considerare anche le esigenze dei lavoratori autonomi. Avanti con apprendistato e formazione

“L’emergenza che il nostro Paese si trova ad affrontare determina la necessità di interventi nell’ambito del lavoro che possano consentire una maggiore inclusione dei soggetti più deboli ed un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nei sistemi formativi e di incontro tra domanda e offerta di lavoro necessari per collocare e ricollocare giovani e disoccupati” Con queste parole, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha illustrato al viceministro del lavoro, Michel Martone, i cinque punti fondamentali per la riforma del mercato del lavoro, che “deve coinvolgere a tutti gli effetti anche gli studi professionali”.

 

Durante l’incontro convocato dal ministero del Lavoro, lunedì 16 gennaio alle ore 16 presso la sede del ministero in via Veneto a Roma, la Confederazione dei liberi professionisti ha sottolineato l’urgenza di sviluppare un processo di riforma su due direttrici: un maggior coinvolgimento delle Parti sociali; un superamento delle rigidità e le categorie tradizionali del mercato del lavoro per garantire maggiori tutele a tutti i lavoratori. “La situazione di molti liberi professionisti è assolutamente critica” ha detto Stella “e in questo contesto è prioritario ripensare ai sistemi di Welfare diretto aperto anche i soggetti che svolgono attività libero professionale”.

Secondo la Confederazione interventi nel campo del lavoro dovrebbero orientarsi sulla valorizzazione di alcuni istituti esistenti e su alcune innovative spinte per garantire maggiori tutele a tutti i lavoratori. Formazione, collaborazioni e lavoro autonomo, apprendistato e contratti di inserimento, sostegno al reddito e il varo di uno statuto delle libere professioni sono alcuni dei temi affrontati. In materia di formazione, Stella auspica che si possa arrivare alla detraibilità fiscale, anche parziale, dei costi sostenuti in questo ambito: “Pensiamo ai benefici che potrebbe determinare una misura di questo tipo nell’assunzione di soggetti over 50 che perdono il posto di lavoro e hanno bisogno di acquisire nuove competenze professionali”.

Ampio il capitolo dedicato da Confprofessioni al tema dell’apprendistato, considerato come strumento privilegiato per l’accesso dei giovani nel mondo del lavoro. “Per quanto ci riguarda” ha affermato Stella “nel nostro Ccnl degli studi professionali, primi in Italia, abbiamo regolamentato l’apprendistato secondo le disposizioni del nuovo Testo Unico e crediamo fermamente che nel nostro settore rappresenti una occasione fondamentale di sviluppo occupazionale. Appare però necessario un segnale forte per incentivare ulteriormente l’apprendistato”. L’aspetto contributivo è l’elemento principale su cui lavorare e la proposta ipotizzata da Confprofessioni punta all’azzeramento dei contributi per tutti i datori di lavoro che impiegano meno di 35 dipendenti.

Sul fronte della flessibilità, il presidente Stella ha sostenuto davanti al viceministro Martone che “un irrigidimento eccessivo in entrata ed in uscita potrebbe essere controproducente. E’ opportuno considerare la necessità di non operare stravolgimenti eccessivi degli strumenti contrattuali attualmente a disposizione e riflettere maggiormente sulle tutele da offrire a chi perde il lavoro”. A parte gli ammortizzatori sociali in deroga e quanto riesce a fornire la bilateralità di settore, “i lavoratori degli studi professionali non hanno a regime alcun beneficio” ha ricordato Stella. “Come parte sociale diamo molto. Crediamo di poter dare ancora molto, ma abbiamo bisogno anche di risposte concrete”.

In ultima analisi, secondo Stella è arrivato il momento di definire “lo statuto delle libere professioni” che, in analogia con lo "Statuto dei lavoratori" ed il recente "Statuto dell’impresa", “arrivi a delineare le caratteristiche, gli strumenti e le prerogative del comparto nella sua accezione più ampia, dotandolo di quelle attenzioni e strumenti che merita l’unico settore che prospetta crescita ed evoluzione”.

 

 

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