Professional day, passare dalle parole ai fatti

Il presidente Stella: Ai professionisti non servono proclami, ma azioni concrete per ammodernare le attivita’ professionali “Il nostro Paese sta correndo il rischio di perdere un patrimonio di competenze e conoscenze, che sta alla base di qualsiasi ipotesi di sviluppo della società e dell’economia italiana. Ma l’orchestrina continua a suonare. I liberi professionisti stanno vivendo
Il presidente Stella: Ai professionisti non servono proclami, ma azioni concrete per ammodernare le attivita’ professionali

“Il nostro Paese sta correndo il rischio di perdere un patrimonio di competenze e conoscenze, che sta alla base di qualsiasi ipotesi di sviluppo della società e dell’economia italiana. Ma l’orchestrina continua a suonare. I liberi professionisti stanno vivendo una stagione di forte incertezza, che le liberalizzazioni del governo Monti hanno contribuito ad accentuare. Il difficile contesto economico in cui operano i professionisti rimane immutato e le prospettive future presentano molte ombre. A tutto questo si aggiunge il diffuso senso di disorientamento, alimentato anche da iniziative propagandistiche che non aiutano certo i professionisti a uscire dal tunnel della crisi economica”. Con queste parole, Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, commenta il Professional day, la mobilitazione organizzata da Cup (Comitato unitario delle professioni), Pat (Professionisti area tecnica) e Adepp (Associazione degli enti di previdenza provati).

“Sono ben altre le iniziative che servono ai professionisti: dall’accesso al credito alla semplificazione delle procedure del lavoro negli studi; dall’alleggerimento della pressione fiscale fino alla sburocratizzazione degli ordini professionali. In questa difficilissima fase”, aggiunge Stella “Confprofessioni ha continuato in maniera puntigliosa a produrre proposte ed emendamenti presso il governo e il Parlamento per trasformare il comprensibile malessere dei professionisti in una fase propositiva che tenesse in conto il giusto equilibrio tra le istanze del lavoro professionale e le liberalizzazioni”.

“Confprofessioni, espressione sindacale di 17 associazioni professionali e articolata su tutto il territorio con 19 delegazioni regionali, vive ogni giorno i bisogni dei professionisti ed è legittimata a rappresentare e difendere gli interessi dei liberi professionisti di fronte al governo e alle istituzioni del Paese” aggiunge Stella. “Da tempo sollecitiamo un’organica riforma del comparto delle professioni intellettuali, che tenga conto delle loro peculiarità e che favorisca, attraverso l’ammodernamento delle strutture ordinamentali, gestionali ed organizzative degli studi, il conseguimento dei più elevati e competitivi livelli qualitativi delle prestazioni professionali”.

“Sulle misure normative intervenute negli ultimi mesi abbiamo evidenziato con molteplici interventi e, da ultimo, con il documento presentato il 6 febbraio 2012 alla Commissione Industria del Senato l’insufficiente coordinamento e la disorganicità, nonché taluni aspetti critici delle misure così dette liberalizzatrici” sostiene il numero uno di Confprofessioni. “Abbiamo apprezzato le significative modifiche apportate in sede parlamentare alle norme sulle società professionali e sui sistemi tariffari, che hanno recepito alcune delle indicazioni avanzate da Confprofessioni a tutela di valori ed interessi che appartengono alla collettività prima che alle categorie professionali”.

“Tuttavia, c’è ancora molto da fare per rilanciare il lavoro intellettuale in Italia” sottolinea Stella. “Riaffermiamo la nostra disponibilità ad un costruttivo confronto in tutte le sedi istituzionali e politiche sulle così dette misure di liberalizzazione e sulle proposte di organica riforma degli ordinamenti delle professioni intellettuali” conclude Stella. “Se davvero si vuole favorire la competitività del Paese, bisogna armonizzare le specifiche esigenze di ogni singola professione in un sistema di regole che rappresenti tutte le attività intellettuali”.
 

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