Il fattore Monti

NOTA POLITICO-ISTITUZIONALE. I partiti sono alle prese con la sfiducia dell’elettorato. Il test delle amministrative sara’ un banco di prova per l’attuale classe politica Dando uno sguardo a quel che resta del panorama politico del dopo- Berlusconi non si può fare a meno di notare la forte difficoltà in cui versano i partiti e le
NOTA POLITICO-ISTITUZIONALE. I partiti sono alle prese con la sfiducia dell’elettorato. Il test delle amministrative sara’ un banco di prova per l’attuale classe politica

Dando uno sguardo a quel che resta del panorama politico del dopo- Berlusconi non si può fare a meno di notare la forte difficoltà in cui versano i partiti e le forze politiche in genere. Secondo i sondaggi, giusto per partire da qualcosa di concreto come i numeri, PdL e Pd negli ultimi mesi hanno perso entrambi intorno ai 5 punti percentuali. Un dato che in tutta sincerità pare anche ottimistico se si guarda con attenzione a quanto sta accadendo nel nostro Paese: il forte senso di sfiducia nella politica e in chi l’ha fatta negli ultimi anni non ha forse pari nella storia dei partiti del nostro Paese (anche rivolgendo lo sguardo agli anni 80). Diverso dal senso di “disgusto” per i fatti del ’92, quando si prese coscienza di un sistema politico “malato”, e in cui i partiti in un certo qual modo facevano da garanti di quel sistema e ne erano i protagonisti.
La fase della personalizzazione della scena e dell’attività politica – e pare inutile negare il ruolo di playmaker svolto da Silvio Berlusconi in tal senso – ha cambiato le carte in tavola e le conseguenze di quelle scelte e di quelle impostazioni, con ogni probabilità, si continueranno a pagare ancora per un pezzo: c’è da rimettere in sesto un intero sistema fiaccato, se non prostrato, da anni di immagini, di illusioni, diciamo pure di una visione distorta del mondo reale e di quello che la politica dovrebbe essere. La politica dell’offerta migliore, non perché tale ma perché come tale è stata venduta.
Con Mario Monti a Palazzo Chigi il vento sembra cambiato (il “sembra” resta comunque obbligatorio). A far riflettere è proprio questo: l’inadeguatezza dei partiti nostrani a gestire o comunque farsi protagonisti di questo delicato momento. Ovviamente, il governo del Professore è sostenuto dai due maggiori partiti e dal Terzo polo, certo; ma il ruolo che rivestono pare marginale: si ha l’impressione che stiano lottando per non scomparire.
La frase non deve sembrare eccessiva, anche in considerazione degli ultimi accadimenti. Da un lato le crescenti difficoltà di Angelino Alfano a farsi riconoscere e sentire come leader in grado di indicare la rotta (e sappiamo quanto in questo conti l’influenza, positiva o negativa, di Berlusconi); dall’altro le continue sconfitte del Pd alle primarie in corso per le prossime amministrative (in ultimo Palermo e Genova). Il PdL non esiste più, dicono alcuni notabili del centro-destra; il Pd non è mai esistito, fanno eco dall’altra parte dello schieramento. Da questo stato confusionale pare trarre giovamento Pier Ferdinando Casini: l’unico ad avere le idee chiare, almeno in apparenza.
Un dato è certo, con Monti e dopo Monti nulla potrà più essere uguale. E questo non per voler attribuire all’ex commissario europeo un ruolo taumaturgico ma perché il suo ingresso in scena – suo e della sua squadra – ha indubbiamente fatto da spartiacque tra due fasi storico politiche: della prima ben conosciamo i limiti, della seconda restiamo in attesa di conoscere i protagonisti. Tuttavia proprio in questo periodo i partiti pare stiano cercando di recuperare spazi: le amministrative alle porte richiedono evidentemente uno sforzo finalizzato al recupero se non della perduta credibilità, almeno di un parte di visibilità. Sono probabilmente giustificabili in tal modo le esternazioni di deputati e senatori desiderosi di far sentire la loro voce, in dissenso dal coro entusiasta che accompagna – a quanto pare con una certa tranquillità – il cammino del governo dei tecnici. Le amministrative saranno quindi un banco di prova non indifferente.
Sarà interessante registrare i movimenti dell’elettorato e verificare la forza attuale di alcune compagini (pare obbligatorio il riferimento al partito di Casini che si sta spendendo molto, più degli altri, per questa tornata elettorale e alla Lega, non più granitica come un tempo e in evidente affanno). Piccola annotazione che fa riflettere: il segretario PdL Alfano ha anche oggi ribadito, a margine di un convegno, che «dalle elezioni amministrative non si traggono giudizi politici». Negli ultimi giorni è tornato a farsi sentire anche il Presidente della Camera. La convention di Fli di Pietrasanta è stata l’occasione per tirare le somme di quanto finora fatto e proporre a elettori e simpatizzanti una visione rinnovata: il sistema si sta ristrutturando; spazio quindi a nuove idee e nuove aggregazioni che saranno capaci, nelle intenzioni di Fini, di raccogliere le sfide future.
Il governo nelle prossime settimane prenderà decisioni importanti: dalla riforma del mercato del lavoro (che rischia di creare non pochi problemi ad un’eventuale alleanza di centro-sinistra) agli annunciati interventi nel settore della giustizia, alla delega fiscale: vedremo come e in che misura i partiti – desiderosi di tornare protagonisti – riusciranno a farsi sentire da un esecutivo che, se da un lato si dice pronto a raccogliere suggerimenti e proposte dall’altro, per bocca di autorevoli esponenti, non manca di ricordare a politica e sindacati che quanto in agenda dovrà essere portato a termine e non sarà oggetto di interminabili discussioni.
 

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