Detassazione negli studi professionali in stand by

Il governo non ha ancora emanato il Dpcm che fissa i parametri di riferimento Manca un tassello fondamentale per poter applicare a tutti gli effetti l’imposta sostitutiva del 10% sulle componenti accessorie della retribuzione, legata ad incrementi della produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa, anche nel 2012. Non è stato ancora emanato, infatti, il
Il governo non ha ancora emanato il Dpcm che fissa i parametri di riferimento

Manca un tassello fondamentale per poter applicare a tutti gli effetti l’imposta sostitutiva del 10% sulle componenti accessorie della retribuzione, legata ad incrementi della produttività, qualità, redditività, innovazione ed efficienza organizzativa, anche nel 2012. Non è stato ancora emanato, infatti, il Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm) che fissa per l’anno in corso i parametri di riferimento (plafond massimo detassabile, reddito di accesso), come previsto dall’art. 33 comma 12 della legge di Stabilità 2012 (L.183/2011).
Si tratta di un passaggio indispensabile per rendere effettivamente applicabile il regime agevolato della detassazione a oltre un milione di dipendenti degli studi e aziende collegate che applicano il Ccnl degli studi professionali. In attesa del Dpcm, le parti sociali del comparto hanno già provveduto a preparare il terreno. Lo scorso 18 gennaio 2012, Confprofessioni, la Confederazione italiana libere professioni, e le organizzazioni sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, hanno sottoscritto l’accordo quadro che prevede l’applicazione della tassazione agevolata su diverse voci della busta paga dei dipendenti degli studi professionali: lavoro supplementare, clausole elastiche e flessibili, straordinari, lavoro notturno, festivo e domenicale e altre prestazioni legate all’aumento della produttività negli studi.
Nel frattempo l’accordo quadro è già stato recepito in 11 regioni, dove le delegazioni territoriali di Confprofessioni hanno siglato intese locali con le organizzazioni sindacali. Si tratta di Alto Adige, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Toscana e Veneto. Come noto, per accedere alla detassazione è necessario aderire ad una delle associazioni facenti parte di Confprofessioni, oppure applicare integralmente il Ccnl per i dipendenti degli Studi Professionali. La detassazione riguarda i dipendenti che hanno svolto attività lavorativa volta ad incrementare produttività, qualità, redditività, innovazione o efficienza organizzativa del proprio studio professionale.
Il libero professionista, che applica per i propri dipendenti il CCNL per i dipendenti degli studi professionali stipulato da Confprofessioni con Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, per poter avvalersi della detassazione dovrà semplicemente accertarsi della sottoscrizione di un accordo territoriale attuativo dell’accordo quadro nazionale del 18 gennaio 2012 da parte della delegazione territoriale di Confprofessioni nella Regione in cui ha sede il proprio studio. Non vi è alcuna necessità di stipulare ulteriori accordi interni allo studio stesso, ma occorrerà procedere direttamente ad applicare il regime agevolato della tassazione sostitutiva nelle paghe dei lavoratori interessati, successive alla stipula dell’accordo territoriale. Naturalmente, solo dopo il varo del Dpcm di Palazzo Chigi.
 

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