
La revisione della Direttiva 2005/36/CE sul riconoscimento delle qualifiche professionali ha animato i lavori dell’Assemblea Generale del Ceplis, il Consiglio europeo delle professioni liberali, che si è riunita lo scorso 21 maggio a La Valletta, su invito della Federazione dei liberi professionisti di Malta. Il processo di ammodernamento della legislazione europea, dopo una doppia tornata di consultazioni pubbliche, alle quali Confprofessioni ha partecipato sia individualmente che in qualità di membro del Task Group del Ceplis, è giunta a una svolta. Dopo la pubblicazione della proposta da parte della Commissione europea, il dossier è passato al Parlamento europeo, che lo ha posto tra le priorità della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco).
Lo scorso 25 aprile, la Commissione presieduta dal britannico Malcolm Harbour ha organizzato la prima audizione pubblica (alla quale Confprofessioni ha preso parte) con l’obiettivo di approfondire alcune delle questioni principali della proposta dell’esecutivo europeo, tra queste la proposta per l’introduzione di una carta professionale europea, la previsione di un tirocinio retribuito per coloro che ancora professionisti non sono, l’applicazione del principio dell’accesso parziale e, soprattutto, l’elaborazione dei cosiddetti principi di formazione comune. Nel merito della discussione sulle qualifiche, l’assemblea del Ceplis ha dato semaforo verde all’introduzione di una carta professionale europea volontaria ed al potenziamento del sistema informativo del mercato interno (IMI). Non solo, il Consiglio europeo delle professioni liberali, presieduto da Jacques Reignault, guarda con estremo interesse alla elaborazione dei principi di formazione comuni, che andranno a sostituire le piattaforme comuni, mai decollate in questi anni. Si tratta infatti di un interessante banco di prova per le organizzazioni dei professionisti che potranno contribuire a delineare quelli che saranno il quadro comune di formazione e le verifiche professionali comuni.
Infine, trova consensi generalizzati l’esigenza di valutare i requisiti minimi di formazione alla luce delle competenze acquisite, piuttosto che della durata dei corsi; tuttavia, all’interno del Ceplis c’è chi teme si possa virare a favore di una formazione più pratica sul modello tedesco a discapito di quella teorica, ugualmente importante.
Dall’assise di Malta è emersa con forza la necessità di accompagnare l’azione programmatica con una ancor più incisiva azione politica. Da questo punto di vista, l’Assemblea del Ceplis ha accolto con estremo interesse l’intervento del presidente Stella riguardo la strategia di lobbying da intraprendere nei prossimi mesi, in modo tale da sensibilizzare gli europarlamentari ed arrivare alla scadenza del 15 ottobre con una serie di emendamenti condivisi e con un appoggio trasversale. Il segretario del Ceplis, Theodoros Koutroubas, ha quindi aggiunto che occorre anche mantenere un rapporto diretto con le istituzioni nazionali, coinvolte nella discussione del dossier in sede di Consiglio europeo e continuare la collaborazione con i diversi attori del dialogo sociale europeo.
Per approfondimenti: www.ceplis.org