La rivoluzione rosa nei Cda

Dal prossimo 12 agosto scattano le quote rose per i cda delle societa’ quotate in scadenza. La carica delle professioniste parte dalla Sardegna “La rivoluzione rosa nei Cda” è appena cominciata e promette effetti dirompenti. Dal prossimo 12 agosto, per effetto della legge 120/2011 Golfo-Mosca, gli organi sociali delle società quotate in scadenza e delle partecipate
Dal prossimo 12 agosto scattano le quote rose per i cda delle societa’ quotate in scadenza. La carica delle professioniste parte dalla Sardegna

“La rivoluzione rosa nei Cda” è appena cominciata e promette effetti dirompenti. Dal prossimo 12 agosto, per effetto della legge 120/2011 Golfo-Mosca, gli organi sociali delle società quotate in scadenza e delle partecipate pubbliche dovranno essere rinnovati riservando una quota pari ad almeno un quinto dei propri membri alle donne. Quota che salirà fino al 30% nel secondo e terzo mandato, fino ad esaurirsi nel 2023 quando cadranno gli effetti della legge sulle quote rosa che si applica solo per tre mandati consecutivi. “Dieci anni tondi per spaccare il tetto di cristallo e riequilibrare una differenza di genere all’interno delle società e negli organi di controllo anacronistica e non più tollerabile”, attacca Susanna Pisano, presidente di Confprofessioni Sardegna. “Vogliamo mettere in moto un circolo virtuoso per avvicendare uomini e donne nei ruoli di governo e controllo dell’impresa, delle professioni e dell’economia, ma anche rimuovere gli ostacoli che fino a oggi hanno limitato l’accesso delle donne al mercato del lavoro”.
Lo scorso 28 maggio, davanti a una folta platea di professioniste, imprenditrici e dirigenti d’azienda riunite a Cagliari per il convegno “La rivoluzione rosa nei Cda”, promosso da Confprofessioni Sardegna, il Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Cagliari e con la partecipazione di Aidda (Associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda), la presidente Pisano ha lanciato la proposta di raccogliere i curricula delle professioniste d’eccellenza che sono pronte a mettere a disposizione le loro competenze all’interno dei consigli di amministrazione delle società quotate, nelle aziende di controllo pubblico e negli organismi di vigilanza. L’iniziativa ha già suscitato l’interesse della Regione Sardegna e della stessa Confprofessioni che potrebbe adottarla anche per le altre delegazioni regionali.
“La situazione attuale è desolante” continua la presidente di Confprofessioni Sardegna. “A livello nazionale abbiamo il 7,18% di presenza femminile nei Cda delle società quotate e partecipate e il 6,16% nei collegi sindacali. Su 2.600 consiglieri delle quotate ci sono solo 187 donne, mentre negli organi di controlli su 895 componenti appena 56 sono donne”. “In Sardegna il quadro è ancor più allarmante” continua Pisano. “Sull’isola operano cinque società quotate e circa 200 partecipate e qui la presenza di donne ai vertici è assolutamente insignificante”. Con l’entrata a regime della legge Golfo-Mosca la situazione è destinata a cambiare. Nei prossimi dieci anni si calcola che circa 10 mila donne siederanno sulle poltrone dei cda e nei collegi di revisione. Entro il 2018 le donne che saliranno nei consigli di amministrazione delle società quotate salirà a 951, mentre negli organi di controllo la presenza femminile si attesterà a quota 306.
Se la legge Golfo-Mosca apre le porte dei cda alle donne, resta da capire se il “mercato delle quote rosa” può reggere la domanda. “Sì”, risponde la presidente Pisano. “A livello nazionale, la Fondazione Bellisario in pochi mesi è riuscita a raccogliere circa 3 mila profili di donne competenti e qualificate. In Sardegna il nostro obiettivo è chiaramente rapportato alla popolazione femminile dell’isola. Su un bacino potenziale di circa 4 mila professioniste, stimiamo di raccogliere a stretto giro circa 150-200 profili che possano rispondere ai requisiti necessari. L’obiettivo comunque è quello di allargare lo spettro del professionalismo al femminile, facendo massa critica con le imprenditrici e le dirigenti d’azienda, anche attraverso corsi di formazione mirati sulla gestione e la governance delle imprese”.
 

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