Detassazione, troppa burocrazia frena la produttivita’

Procedure troppo macchinose per accedere al regime fiscale agevolato. Straordinari e lavoro supplementare cancellati dalle voci retributive Troppa burocrazia sulla detassazione. Dure critiche di Confprofessioni al decreto approvato il 22 gennaio scorso dal Consiglio dei ministri che ha ridisegnato la mappa delle voci retributive dell’agevolazione fiscale, cancellando di fatto straordinari, lavoro supplementare, notturno e festivo.
Procedure troppo macchinose per accedere al regime fiscale agevolato. Straordinari e lavoro supplementare cancellati dalle voci retributive

Troppa burocrazia sulla detassazione. Dure critiche di Confprofessioni al decreto approvato il 22 gennaio scorso dal Consiglio dei ministri che ha ridisegnato la mappa delle voci retributive dell’agevolazione fiscale, cancellando di fatto straordinari, lavoro supplementare, notturno e festivo. Non solo. Per accedere ai benefici previsti dal decreto, il datore di lavoro dovrà seguire un nuovo iter burocratico, che rischia di penalizzare gli studi professionali e le aziende di piccole dimensioni. “Siamo passati dagli automatismi alla burocratizzazione” attacca Leonardo Pascazio, delegato per le Politiche del lavoro e del welfare di Confprofessioni. “Il decreto per la detassazione 2013 ha introdotto un meccanismo macchinoso e poco operativo che disincentiva l’applicazione dell’agevolazione fiscale”.
Il decreto infatti ha introdotto un nuovo passaggio che impone al datore di lavoro il deposito dei contratti presso la direzione territoriale del lavoro competente entro 30 giorni dalla sottoscrizione. “Si tratta di una novità che non agevola in alcun modo un percorso pratico applicativo della norma” continua Pascazio, “In un momento storico e sociale in cui qualsiasi elemento che produce maggior redditività per i lavoratori e che favorisca un aumento della produttività diventa fondamentale per gli studi e le aziende, il Governo ha introdotto un nuovo ostacolo burocratico che scoraggia l’applicazione della norma e che penalizza soprattutto i lavoratori”.
L’altro elemento di rigidità inserito dal Dpcm riguarda gli “indicatori quantitativi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione”, che determinano il regime fiscale agevolato, ovvero l’applicazione un’aliquota Irpef ridotta, pari al 10%, sulle voci variabili della retribuzione. “Dall’esame del testo appare chiaro come sia stato completamente cancellato il precedente scenario delle voci retributive oggetto del trattamento fiscale sostitutivo e individuate negli straordinari, lavoro supplementare, notturno e festivo. Il termine inserito all’art. 2 del Dpcm "indicatori qualitativi" risulta essere poco applicabile e soprattutto inefficace” sottolinea il delegato delle Politiche del lavoro di Confprofessioni. “Invitiamo il Governo a rivisitare la norma individuando un meccanismo più fluido e meno burocratizzato; viceversa dovrà ammettere di restringere la portata delle agevolazioni e assumersi la responsabilità politica”.
 

11787