Lavoro e crescita, ecco l’agenda Letta

Il discorso programmatico del Presidente del Consiglio alla Camera. L’accento sulle professioni. Il presidente Enrico Letta ha appena concluso il suo discorso programmatico nell’Aula della Camera. Di seguito, i punti salienti dell’intervento: Il presidente del Consiglio ha subito ringraziato Napolitano per l’attaccamento alla comunità nazionale, e i Presidenti di Camera e Senato per il sostegno
Il discorso programmatico del Presidente del Consiglio alla Camera. L’accento sulle professioni.

Il presidente Enrico Letta ha appena concluso il suo discorso programmatico nell’Aula della Camera.

Di seguito, i punti salienti dell’intervento:

Il presidente del Consiglio ha subito ringraziato Napolitano per l’attaccamento alla comunità nazionale, e i Presidenti di Camera e Senato per il sostegno nella fase delle consultazioni. Gratitudine espressa anche a Pier Luigi Bersani.

«Parlerò con il linguaggio sovversivo della verità per avere le spalle larghe e solide per reggere e far fronte al giudizio del parlamento».

Frequenti i richiami alla drammatica situazione socio-economica che il Paese attraversa: per uscirne saranno necessari sforzi ulteriori e il mantenimento degli impegni presi a livello comunitario. «La disciplina della finanze pubblica è quindi essenziale»: non ci sono né vincitori né vinti se a perdere è l’Europa.

Letta ha poi sottolineato il carattere europeo ed europeista del nascituro governo, ricordando che si recherà nei prossimi giorni a Bruxelles e in altre capitali europee. L’Italia dovrà giocare un ruolo importante e fondamentale per incentivare e migliorare il processo di integrazione che, ove incompleto, rischierebbe di diventare insostenibile.

Il premier ha poi elencato una serie di obiettivi e punti programmatici prioritari per l’esecutivo: lavoro, crescita, incentivi alle PMI, politica fiscale della casa (muti, incentivi, agevolazioni per nuovi nuclei familiari), lotta all’evasione. Non è mancato – lo si aspettava da parte PdL – il riferimento all’IMU: «bisogna superare la tassazione della prima casa, da subito con lo stop dei pagamenti di giugno». Niente aumento IVA.

Per la crescita sarà altresì necessaria sintonia nell’agire di governo/banche/imprese: il rilancio dell’economia e la crescita economica richiedono strategia complessa. Rivedere l’intero sistema delle autorizzazioni è questione importante e da affrontare in tempi brevi.

Letta ha quindi auspicato un confronto costruttivo tra imprese e sindacati.

Altro punto importante del discorso è stato quello della “giustizia”: lotta alla corruzione e tempi certi possono incentivare investimenti da parte delle imprese e liberare le energie migliori dell’Italia.

Occorre poi, continua Letta, mettere mano al sistema scolastico e ridare entusiasmo agli educatori.

Forte accento su innovazione e ricerca (il governo presenterà un piano pluriennale); attenzione all’Agenda digitale e alla green economy.

Spazio poi all’importanza della cultura, vero moltiplicatore dello sviluppo, e alle azioni per favorire il rilancio del Mezzogiorno, fiaccato da decenni di inadempienze della classe politica nazionale e locale e dal capillare controllo del territorio esercitato dalla criminalità organizzata.

Il welfare è da rivedere: dovrà essere « più universalistico e meno corporativo. Serve un welfare attivo, più giovane e al femminile. E’ necessario migliorare gli ammortizzatori sociali estendendoli a chi ne è privo, a cominciare dai precari».

Letta non ha mancato di sottolineare l’importanza delle libere professioni. “Il Governo vuole aprire la strada con proposte che approfondiremo insieme: ampliare gli incentivi fiscali a chi investe in innovazione, sostenere l’aggregazione e l’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, dare più credito a chi lo merita, garantire il pagamento dei debiti alle imprese, semplificare e rimuovere gli ostacoli burocratici che frenano lo spirito di impresa”, ha affermato Letta. “Dobbiamo anche valorizzare il lavoro autonomo e le libere professioni che, in una società post industriale, rappresentano la spina dorsale della nostra economia. Ora bisogna lavorare tutti insieme per formare e dare opportunità ai giovani, innalzare la qualità, servire al meglio i clienti”.

Forte anche il richiamo alla moralizzazione della vita pubblica: abbiamo il «dovere dell’autorevolezza»; servono alti profili e elevate competenze. La classe politica deve essere esempio di decenza, sobrietà, scrupolo e senso di servizio. Necessario abolire il finanziamento pubblico e controlli più stretti su partiti e gruppi. Da abolire anche l’attuale legge elettorale.

Il senso di responsabilità e delle istituzioni ha reso possibile la formazione di questo governo, sostenuto da forze lontane ed eterogenee. «Concentriamoci sulle politiche e non sulla politica», esorta Letta citando il suo mentore Andreatta.

Nel corso dell’intervento il presidente del Consiglio ha citato anche Papa Francesco, riprendendone l’invito ai giovani a «scommettere sulle cose grandi».

Letta ha ricordato il lavoro dei dieci saggi nominati da Napolitano; un lavoro che sarà la base di partenza per l’annunciata Convenzione per le Riforme, che sarà composta anche da figure di esperti extraparlamentari. «La Convenzione deve avviare i lavori sulla base degli atti di indirizzo del parlamento. L’unico sbocco possibile è il successo. Tra 18 mesi verificherò se il progetto delle riforme si avvia verso un porto sicuro. Se invece si impantana tutto ne trarrò le conseguenze».

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