Gender gap, Andrea Dili: Equo compenso e welfare per le professioniste

Il presidente della delegazione laziale in audizione presso la IX Commissione Consiliare del Consiglio Regionale: «Studi professionali e lavoratrici autonome tra i destinatari della legge regionale» «Nella Regione Lazio operano circa 185 mila professionisti a fronte di 1 milione e mezzo di professionisti in Italia e, con il 41% di libere professioniste, è la Regione
Il presidente della delegazione laziale in audizione presso la IX Commissione Consiliare del Consiglio Regionale: «Studi professionali e lavoratrici autonome tra i destinatari della legge regionale»

«Nella Regione Lazio operano circa 185 mila professionisti a fronte di 1 milione e mezzo di professionisti in Italia e, con il 41% di libere professioniste, è la Regione che presenta la minore disparità di genere in termini numerici. Tuttavia il divario tra uomini e donne resta negativo sulla componente reddituale: in media una professionista consegue un reddito che sfiora il 60% di quello di un professionista di sesso maschile». Il presidente di Confprofessioni Lazio, Andrea Dili, intervenuto oggi in audizione presso il Consiglio Regionale, promuove l’iniziativa della Regione Lazio che, con la proposta di legge 182/2019, ha acceso un faro sulla parità retributiva, sull’occupazione e sull’imprenditoria femminile per valorizzare le competenze delle donne.

 

«Il raggiungimento della parità di genere deve rappresentare un obiettivo cardine per la Regione Lazio e per l’intera Nazione», ha continuato il presidente Dili. «Fondamentali l’introduzione dell’equo compenso per le prestazioni professionali, indispensabile per promuovere l’eguaglianza e la parità tra lavoratrici e lavoratori, e il rafforzamento del welfare per le lavoratrici autonome e le professioniste, a cui va consentito l’accesso al credito a tassi agevolati, rivolto per ora alle sole imprese».

 

La presidente della IX Commissione Consiliare, Eleonora Mattia, ha accolto con grande interesse la proposta di Confprofessioni Lazio di inserire tra i destinatari delle opportunità contenute nella proposta di legge anche gli studi professionali che attuano buone pratiche e le lavoratrici autonome che intraprendono percorsi di “autoimprenditorialità”.