
“Non c’è occupazione senza crescita economica. Sicuramente sono importanti gli incentivi alle assunzioni o alla stabilizzazione, introdotte dal Governo, ma senza interventi a regime è difficile che si possa dare una svolta reale alla difficile situazione dell’occupazione giovanile. Per troppi anni lo Stato ha messo a disposizione delle imprese ingenti risorse, con l’effetto di un forte utilizzo immediato delle stesse che ha prodotto anche risultati importanti, ma che sul lungo periodo non ha impedito licenziamenti ed un calo generalizzato sull’occupazione”. È questa la fredda analisi del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, davanti alla Commissione Lavoro della Camera nel corso dell’audizione del 2 luglio scorso sull’indagine conoscitiva sulle misure per fronteggiare l’emergenza occupazionale.
“Non sono sufficienti gli incentivi a pioggia, limitati nel tempo e diretti solamente a determinate categorie di lavoratori, occorre che si intervenga in modo deciso sul cuneo fiscale, affinché l’elevato costo del lavoro impedisca la stabilizzazione del rapporto” ha sottolineato Stella. “Agevolazioni che consentono di assumere o stabilizzare alcune tipologie di lavoratori, già esistono, ma le difficoltà per i datori di lavoro che ne vogliono beneficiare sono notevoli per mancanza di chiarezza, se non proprio di disposizioni operative”.
In Commissione Lavoro di Montecitorio, il numero uno di Confprofessioni ha elencato una serie di provvedimenti che ancora oggi restano solo sulla carta. “Basti pensare al blocco degli sgravi derivanti dalle assunzioni dei lavoratori iscritti alla “piccola mobilità” che, a causa della legge di stabilità 2013, ha determinato lo stallo anche degli incentivi ai contratti instaurati prima del 2013. Attendiamo ancora indicazioni operative per capire come muoversi. I fondi stanziati a ottobre 2012 per la stabilizzazione di giovani e donne devono ancora essere assegnati dall’Inps. I contratti di inserimento delle donne realizzati tra il 2009 e il 2012 sono stati agevolati con ritardo ed il decreto ministeriale non è stato ancora pubblicato”.
E ancora: “I bonus Ricerca e Sviluppo sono fermi” ha ricordato Stella. “Un vero peccato, perché l’intervento è assai interessante e consiste in un credito d’imposta pari al 35% dei costi sostenuti dal datore di lavoro (fino ad un massimo di 200 mila euro all’anno) per l’assunzione a tempo indeterminato di soggetti in possesso di un dottorato di ricerca universitario o di una laurea magistrale in materie legate a ricerca e sviluppo. Ebbene, siamo in attesa della pubblicazione del decreto interministeriale di attuazione mentre mancano ancora un provvedimento del MISE con i contenuti della domanda di accesso e le istruzioni operative ed i necessari chiarimenti dell’Agenzia delle entrate con tanto di codici tributo”.
Nel corso dell’audizione, il presidente Stella ha lanciato due proposte per sostenere l’occupazione giovanile. “È necessario mettere da subito in cantiere nuove proposte strutturali per accompagnare il pacchetto di misure di recente varato dal Governo per stimolare l’occupazione giovanile. Per esempio, il rilancio della produttività mediante lo sgravio della parte di salario legata ad incrementi di produttività ed efficienza, con attenzione particolare alle voci premiali della retribuzione, e il rilancio dell’imprenditorialità giovanile e lo start up di nuove imprese” ha detto Stella davanti ai componenti della Commissione, presieduta da Cesare Damiano.
“Il rilancio della produttività mediante lo sgravio della parte di salario legata ad incrementi di produttività ed efficienza, con attenzione particolare alle voci premiali della retribuzione è sicuramente un intervento oneroso ma doveroso, in un’ottica di integrazione tra politiche del lavoro e politiche economiche” ha detto Stella. “L’impatto che questa misura, definita ad un livello strutturale, può avere sul potere di acquisto dei lavoratori è evidente soprattutto se vi è la difficoltà oggettiva ad intervenire in termini generali sul costo del lavoro. Si potrebbe in alternativa, per la medesima finalità, operare per l’applicazione dell’imposta agevolativa, finora prevista per il salario di produttività, alle mensilità aggiuntive della retribuzione del lavoratore. Le tempistiche non rendono possibile un intervento immediato sulla quattordicesima mensilità ma si potrebbe riflettere per un’operazione alla fine dell’anno sulla tredicesima”.
Un altro passaggio obbligato, sostiene il presidente di Confprofessioni, riguarda il rilancio dell’imprenditorialità giovanile e lo start up di nuove imprese. “Abbiamo bisogno di valorizzare le nuove capacità, ma è evidente il rischio che in un momento di grande difficoltà economica le start up possano nascere e morire rapidamente. Allora non può essere sostenuta soltanto la fase di lancio, ma va anche supportata la vita stessa della nuova struttura” ha detto Stella. “La nostra proposta innovativa e di forte impatto in termini di fiducia, ruota intorno ad un azzeramento totale del costo del lavoro per un certo periodo di tempo per i giovani imprenditori e professionisti che assumono giovani lavoratori”. In questo senso, Confprofessioni propone il progetto “Giovani per i giovani”: un neo imprenditore o professionista sotto i 40 anni che assume un lavoratore sotto i 25 anni dovrebbe pagare solamente l’importo netto della busta paga.
“È comunque giunta l’ora di pensare anche alle start up professionali” ha aggiunto Stella, estendendo a queste tutte le recenti facilitazioni, non ultima quella recentemente approvata, che prevede l’inclusione delle start up nella copertura delle operazioni di affidamento da parte del Fondo Centrale di Garanzia (80%): si tratterebbe di un vero e proprio sostegno al mettersi in proprio da professionista, al pari di quanto oggi previsto per l’avvio di un’impresa. Così come è tempo di estendere anche ai professionisti la possibilità di partecipare allo strumento delle reti d’impresa, particolarmente adatto alle professioni, alla luce di quanto per loro recentemente previsto in tema di società e cooperazione.