Futuro incerto per i professionisti, il governo ci ascolti

L’analisi del presidente Stella al convegno interregionale di Torino: dalla crisi possono emergere delle opportunita’. Ma la politica deve fare la sua parte Torino (ITALPRESS) – “Il futuro degli studi professionali è incerto: la crisi ha colpito duramente anche questo settore ma, nonostante i problemi, si intravedono anche nuove opportunità se Il Governo saprà muoversi
L’analisi del presidente Stella al convegno interregionale di Torino: dalla crisi possono emergere delle opportunita’. Ma la politica deve fare la sua parte

Torino (ITALPRESS) – “Il futuro degli studi professionali è incerto: la crisi ha colpito duramente anche questo settore ma, nonostante i problemi, si intravedono anche nuove opportunità se Il Governo saprà muoversi nel senso giusto, anche ascoltando le nostre proposte”. Così il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, nel suo intervento a un convegno organizzato a Torino dall’Associazione. “La crisi colpisce duramente gli studi professionali – ha rimarcato Stella – in particolare alcune categorie, come quella dei notai che ha avuto un calo del 50%, complice la crisi del settore edilizio e dei muti e la mancata nascita di nuove società, che oramai nessuno si arrischia a fare. La crisi ha coinvolto anche altre categorie, per esempio quella dei dentisti, che si trovano ad aver a che fare con cittadini con sempre meno risorse da spendere, un fatto che ha portato a una netta contrazione dei ricavi. Sono state penalizzate un po’ tutte le categorie, sia quelle che lavorano con i privati che quelle che lavorano con le aziende”.
C‘è anche una nota positiva: “nei primi dieci mesi dell’anno – ha proseguito Stella – c‘è stata una differenza positiva nel saldo tra assunzioni e licenziamenti negli studi professionali, con 8mila assunzioni distribuite anche abbastanza equamente tra Nord, Centro e Sud. Un dato a cui però, paradossalmente, fa da controaltare l’aumento sensibile dell’incidenza della cassa in deroga: nei primi dieci mesi del 2013 è più che raddoppiata rispetto al 2012, utilizzata in particolare dalle categorie del settore edile”.
“Il problema è che sul territorio mancano risorse per l’edilizia, sia da parte delle pubblica amministrazione che nell’ambito del privato”. Nonostante questo, Stella intravede anche opportunità: “Noi professionisti siamo più vicini di altri ai problemi reali del Paese e della gente e siamo quelli che possiamo fare delle proposte alla classe politica, per ripartire. Le nostre proposte si declinano attraverso due questioni; in primo luogo dobbiamo ripartire dalla spesa pubblica, spendendo meglio. Finora non si è riusciti a rendere veramente efficace la famosa spending review, di cui tanto si parla. Occorre cambiare rotta, per spendere davvero meno e, soprattutto, spendere meglio. 
Dall’altra parte, credo che possiamo dare idee nuove per far ripartire il paese, coinvolgendo i giovani, i più colpiti dalla disoccupazione: molti di loro si approcciano alle professioni con intelligenza e preparazione, ma non hanno ugualmente la possibilità d’entrare nel mercato lavorativo. Dobbiamo aiutarli di più, valorizzarli, anche attraverso una regia unica concordata con il Governo. Noi pensiamo che i professionisti possano dare un contributo fondamentale e subentrare, gradualmente, a una Pubblica Amministrazione inefficace. E’ lo Stato ora – ha concluso Stella – che deve capire come cogliere al meglio l’offerta, di una mano d’opera efficace, ad alto contenuto intellettuale, per far ripartire il Paese”.
(ITALPRESS). 

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