La legge di stabilita’ non convince la Corte dei Conti

Tagli crescenti nel biennio 2015-2016, ma aumenta la spesa nell’esercizio in corso. Misure che non incidono sulle prospettive di crescita “La legge di stabilità uscita dall’esame parlamentare mantiene, almeno in parte, i limiti iniziali. Ad essi se ne aggiungono di nuovi: si conferma, anche nella versione definitiva, il limitato rilievo quantitativo delle misure di stimolo
Tagli crescenti nel biennio 2015-2016, ma aumenta la spesa nell’esercizio in corso. Misure che non incidono sulle prospettive di crescita

“La legge di stabilità uscita dall’esame parlamentare mantiene, almeno in parte, i limiti iniziali. Ad essi se ne aggiungono di nuovi: si conferma, anche nella versione definitiva, il limitato rilievo quantitativo delle misure di stimolo dell’economia, mentre crescono in misura significativa interventi di limitata dimensione unitaria, ma tali da riportare la spesa corrente su un percorso di crescita”. E’ quanto emerge dalla Relazione tecnica “Le prospettive della finanza pubblica dopo la Legge di Stabilità” della Corte dei Conti. Quindi, “il sistema sembra sottoposto a impulsi contraddittori: si prefigurano consistenti tagli della spesa, crescenti nel biennio 2015 e 2016, mentre si incrementa la spesa nell’esercizio in corso; si preannuncia la destinazione prevalente dei proventi della ‘revisione della spesa’ a riduzioni fiscali, senza evidenziare che buona parte dei risultati attesi sono già ipotecati per evitare un incremento del prelievo. Si tratta di una impostazione, non nuova, che non sembra in grado di incidere in misura significativa sulle prospettive di crescita, ne’ di garantire un solido e rassicurante profilo di rientro del disavanzo pubblico. Pur in un quadro economico che comincia a presentare segnali di miglioramento – prosegue la Corte – i risultati che emergono dalle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica per il prossimo triennio non sembrano privi di rischi e giustificano una riflessione sulle scelte finora assunte. La stessa osservanza delle regole europee in termini di miglioramento tendenziale dei saldi di bilancio non sembra assicurata”. 

12601