Delega lavoro: interventi strutturali per una riforma efficace

Presentate oggi al Senato le osservazioni di Confprofessioni al disegno di legge delega in materia di lavoro. Stella: “Progetto ambizioso che può creare occupazione, se calato nella realtà di tutti i settori produttivi, comprese le professioni”. “Servono interventi strutturali per rendere organica ed efficace la riforma del lavoro”. È questo il messaggio del presidente di
Presentate oggi al Senato le osservazioni di Confprofessioni al disegno di legge delega in materia di lavoro. Stella: “Progetto ambizioso che può creare occupazione, se calato nella realtà di tutti i settori produttivi, comprese le professioni”.

“Servono interventi strutturali per rendere organica ed efficace la riforma del lavoro”. È questo il messaggio del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al Parlamento, durante l’audizione che si è tenuta il 4 giugno scorso presso la commissione Lavoro del Senato impegnata nell’esame del disegno di legge delega in materia di lavoro. “I principi della delega sono molto ambiziosi e impegnativi per il Governo, tuttavia possono costituire un buon punto di partenza per il rilancio dell’occupazione, se si terrà conto delle specifiche problematiche di tutti i settori produttivi, compreso quello delle libere professioni” ha sottolineato Stella. 

Bene dunque la razionalizzazione degli ammortizzatori sociali, l’universalizzazione delle tutele e il riordino delle forme contrattuali, “ma su alcune questioni fondamentali quali il sostegno al reddito e le politiche attive sarà inevitabile riflettere sul capitolo dei costi, in quanto sono difficilmente ipotizzabili misure a costo zero” ha spiegato il presidente di Confprofessioni, sottolineando l’autonomia negoziale delle parti sociali che,  attraverso la contrattazione collettiva, possono adeguare alle specificità dei singoli settori la regolazione del mercato del lavoro. 

Secondo la Confederazione italiana libere professioni, l’idea di riordinare gli ammortizzatori sociali va nella giusta direzione, ma dovrebbe essere maggiormente incentivata l’integrazione tra pubblico e privato per agganciare le politiche attive del lavoro. “È importante valorizzare la sinergia pubblico privato sia nel campo degli ammortizzatori sociali sia in quello dell’intermediazione nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro – afferma Stella. Deve poi riflettersi nell’ambito del riordino delle tipologie contrattuali sull’introduzione di un contratto a salario di ingresso minimo concordato e potenziare la crescita della parte economica rendendo strutturali gli sgravi contributivi e fiscali sulle retribuzioni legate alla produttività. Di produttività tra l’altro non si parla nella delega”.