Agrivoltaico: impianti che rispettano le esigenze agricole

Riportiamo l'articolo di AgroNotizie sul convegno di Adaf Sardegna dal titolo: "I sistemi agrivoltaici, la coesistenza fra produzione agricola e produzione di energia" 

di Barbara Righini – da AgroNotizie del 27 gennaio 2025

 

Se secondo il Pnrr, entro giugno 2026, andranno realizzati nuovi impianti agrivoltaici per 1,04 GW, con incentivi che prevedono sia un contributo a fondo perduto sia una tariffa incentivante applicata alla produzione di energia elettrica netta immessa in rete, è pur vero che i nuovi impianti agrivoltaici non possono essere realizzati senza la collaborazione stretta fra un professionista agrario e il progettista d’impianto. L’interazione continua è infatti necessaria per capire come la movimentazione dell’impianto agrivoltaico influisca sulla coltivazione agraria che convive con l’impianto stesso.

È questo uno dei capisaldi scaturiti durante un convegno che si è tenuto il 13 dicembre 2024 a Cagliari, organizzato dall’Associazione dei Dottori in Agraria e Forestali della Sardegna (Adaf Sardegna), dal titolo: “I sistemi agrivoltaici, la coesistenza fra produzione agricola e produzione di energia” (in questa pagina è possibile scaricare tutte le relazioni).

Al convegno hanno partecipato i maggiori esperti del tema ed è apparso chiaro che, se da un lato è fuori di dubbio che all’agricoltore possa convenire aggiungere proventi derivanti dal settore energia a quelli specificamente relativi alla produzione agricola, dall’altro c’è ancora molta ricerca da portare avanti prima di riuscire a prevedere tutte le implicazioni che la realizzazione di un impianto agrivoltaico ha sulla coltivazione sottostante.

Secondo quanto chiarito da Salvatore Guastella, Project manager “Fotovoltaico innovativo” Rse e presidente Cei CT82, gli impianti fotovoltaici nell’ambito di attività agricole possono apportare un vantaggio a entrambi i settori. Ciò può avvenire con l’agrivoltaico, “a patto che si coniughino le esigenze agricole con quelle energetiche. L’agrivoltaico è tale – ha spiegato – se adotta soluzioni installative, anche con montaggio dei moduli fotovoltaici elevati da terra e rotazione dei moduli stessi, che consentano l’utilizzo duale del terreno e la continuità delle attività di coltivazione agricola, inclusa quella pastorale”.

Il quadro economico del settore agricoltura tracciato da Roberto Furesi, professore di Economia Agraria ed Estimo Rurale all’Università degli Studi di Sassari, è sconfortante. Secondo i dati, fra il 1999 e il 2020 si è persa il 14,3% della Sau italiana che, nel 2020, si attestava sui 12.623.544 ettari, si è perso il 52,6% delle aziende agricole e anche se è in atto un lento processo di crescita delle dimensioni delle stesse, le aziende italiane restano mediamente piccole. A valori reali la produzione agricola nel suo complesso fra il 2000 e il 2022 ha perso il 5,07% e senza le attività secondarie le perdite sarebbero state maggiori. Il Pil del settore dell’agricoltura (non dell’agroalimentare) in percentuale sul Pil Italia vale poco più del 2%.

“Ovvio che fare l’agrivoltaico al singolo agricoltore conviene” ha detto il professore Furesi. “L’agrivoltaico rappresenta una sorta di pace fra il settore energetico e agricolo. Annulla infatti la competizione fra i due settori per l’uso del suolo”. Va poi considerato, come messo in risalto da un altro relatore, Nicola Colonna, parte della Divisione Sistemi Agroalimentari Sostenibili di Enea, che i costi per l’energia che le imprese agricole devono affrontare non sono indifferenti. “L’energia assicura sicurezza e qualità alle filiere agroalimentari. L’energia però è un elemento di costo importante, va ridotto per aumentare la competitività d’impresa. In più, per accedere a certi mercati occorre decarbonizzare. Il sistema agricolo e il sistema agroalimentare sono collegati e la direzione deve essere quella dell’autoconsumo”.

Secondo i dati mostrati le aziende agricole sono fortemente dipendenti dalle fonti fossili. Lo sviluppo dei sistemi di accumulo (Sda) che permettono di accumulare l’energia prodotta da un impianto e di utilizzarla quando serve certamente può aiutare nel favorire la logica dell’autoconsumo. Non per niente negli ultimi anni c’è stato un boom delle installazioni di questi sistemi.

Certo, abbracciare l’agrivoltaico, soprattutto se si tratta di quello avanzato per il quale c’è l’accesso ai fondi Pnrr, non è una sfida da poco. A fine 2024 sono state rese note le graduatorie dei beneficiari della misura “Sviluppo Agrivoltaico”, quelle quindi del Bando Agrivoltaico. In attesa di capire se ci sarà un secondo bando, al momento pare sia in valutazione, gli ammessi a finanziamento sono cinquecentoquaranta per una potenza complessiva di 1.548 MW. Ciò significa che cinquecentoquaranta impianti agrivoltaici di tipo avanzato dovrebbero essere realizzati, da qui al 2026.