Cripto valute: bolla o oro digitale?

Il prezzo di Bitcoin continua la sua corsa. Ma la sua volatilità non spaventa. Ad allarmare, semmai, è la presenza significativa di un circo di truffatori e ciarlatani che confondono la scena e rafforzano i pregiudizi. Alla fine, però, mercato e Rule of Law beneficeranno degli anticorpi di libertà che Bitcoin sta facendo inesorabilmente crescere.
Di Ferdinando Ametrano.

Il 2024 è stato un anno decisivo per Bitcoin: il 10 gennaio la SEC (la Commissione federale degli Stati Uniti che vigila sulla borsa americana) ha autorizzato l’ETF Bitcoin, proposto dai principali asset manager internazionali come BlackRock e Fidelity, che ha poi frantumato tutti i record di raccolta.

A giugno è entrato in vigore il regolamento dell’Unione europea “Mercati in Cripto-Attività”.

A novembre Donald Trump ha vinto le elezioni schierandosi a favore di Bitcoin.

A dicembre Bitcoin supera la quotazione storica di 100 mila dollari e Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve, lo definisce l’equivalente digitale dell’oro.

A febbraio di quest’anno il presidente della banca centrale della Repubblica Ceca ha proposto di acquisire Bitcoin nelle riserve.

Ma cos’è Bitcoin? È una bolla o l’equivalente digitale dell’oro?

È un artefatto digitale trasferibile ma non duplicabile, cioè “spendibile” una sola volta (a favore di Tizio) ma non due volte (a favore di Caio). Questa scarsità gli consente di acquisire valore economico, e il mercato glielo riconosce per la capacità di trasferire valore in maniera sicura, veloce e con costi trascurabili.

Oggi, se vogliamo trasferire i pochi byte che rappresentano parte dei nostri risparmi – per esempio con un bonifico internazionale – possiamo farlo solo dal lunedì al venerdì, tra le 9.00 e le 17.00, con operazioni che impiegano anche due giorni per essere finalizzate, solo a favore di soggetti identificati e bancarizzati, pagando una commissione a un intermediario.

Questa situazione è paradossale: la domanda non è se, ma chi e quando regalerà all’umanità una rete globale peer-to-peer di pagamenti istantanei e gratuiti.

Il premio Nobel Milton Friedman osservava già nel 1999 che ciò che mancava era un contante elettronico affidabile, un metodo per trasferire fondi su internet da A a B, senza che A conosca B o viceversa, come avviene con una banconota. Bitcoin sembra aver realizzato questa profezia.

Permissionless Innovation

Bitcoin è un esempio di permissionless innovation, cioè innovazione che non chiede il permesso: non ha meccanismi di sicurezza centralizzati, né barriere all’ingresso o controlli editoriali.

Come la posta elettronica o internet, anche una nuova moneta e il suo network transazionale difficilmente verranno progettati da un consorzio di banche o governi.

L’economista Friedrich Hayek sosteneva che non avremmo più visto una buona moneta finché non l’avessimo tolta dalle mani dei governi – e che questo avrebbe dovuto avvenire attraverso un astuto stratagemma. Bitcoin è proprio questo: un inarrestabile stratagemma.

Di per sé, Bitcoin non è ancora una buona moneta, e il suo uso transazionale è limitato. Celebre l’esempio delle due pizze pagate nel 2010 con diecimila bitcoin, che oggi varrebbero circa un miliardo di dollari. Ma Bitcoin vuole essere l’equivalente digitale dell’oro: un oro che include un network transazionale veloce, sicuro e incensurabile.

Se consideriamo il ruolo dell’oro nella storia della civiltà, della moneta e della finanza, l’emergere del suo equivalente digitale può essere dirompente. Il futuro potrebbe vedere monete private con riserve denominate in Bitcoin: un Bitcoin standard che rilancia il gold standard in chiave digitale, realizzando il sogno hayekiano di concorrenza tra monete non governative.

Una corsa inarrestabile

Non sorprende quindi la crescita del prezzo di Bitcoin, che probabilmente non è ancora giunta a maturazione. Né spaventa la sua volatilità, che riflette il processo attraverso cui il mercato cerca di comprenderne il valore reale.

A disturbare questa corsa all’oro digitale è ancora la presenza di truffatori, ciarlatani e fuorilegge, che creano confusione e rafforzano i pregiudizi. Ma, come San Francisco sorse quando la polvere del Far West si posò, così anche oggi possiamo confidare che il mercato e la Rule of Law trarranno vantaggio dagli anticorpi di libertà che Bitcoin sta facendo crescere, inesorabilmente.

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