Politiche di di coesione, più spazio ai professionisti

Il ruolo delle libere professioni in Europa e il supporto alla realizzazione degli interventi per lo sviluppo “Il governo italiano deve recepire l’intesa che è stata raggiunta nei mesi scorsi a Bruxelles sulla possibilità di accesso per i professionisti ai finanziamenti europei, al pari delle imprese”. A reclamarlo è Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, durante
Il ruolo delle libere professioni in Europa e il supporto alla realizzazione degli interventi per lo sviluppo

“Il governo italiano deve recepire l’intesa che è stata raggiunta nei mesi scorsi a Bruxelles sulla possibilità di accesso per i professionisti ai finanziamenti europei, al pari delle imprese”. A reclamarlo è Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni, durante la presentazione in Senato, del Manifesto del lavoro intellettuale da parte delle associazioni che rappresentano 3,5 milioni di liberi professionisti in Italia. “La politica deve fare la sua parte”, perorando la causa con le Regioni, che hanno in mano la programmazione dei bandi per l’erogazione degli stanziamenti. “Quando raggiungemmo l’intesa, in sede europea, grazie all’impegno dell’allora vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani” (insieme ai vertici dell’Adepp, l’Associazione delle Casse previdenziali private e del Comitato unitario delle professioni, Andrea Camporese e Marina Calderone, ndr), ha detto ancora Stella, “ci sembrava qualcosa di straordinario, eppure”, ha concluso, “scoprimmo che molti Paesi, dalla Germania alla Romania, i fondi per sostenere le libere professioni li usavano già da tempo”. E il contributo delle libere professioni alla politica di coesione 2014/2020 è stato al centro di una tavola rotond, promossa da FasiI.biz lo scorso 16 febbraio a Roma, presso la sede della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, dove si sono confrontati i rappresentanti delle categorie professionali e le istituzioni.

Alla luce della pubblicazione della bozza delle Linee d’azione per le libere professioni, pubblicate ad aprile 2014 dalla Commissione europea nel più ampio contesto del Piano per l’imprenditoria 2020, i rappresentanti degli ordini professionali hanno sentito l’urgenza di confrontarsi tra loro e con gli esponenti delle istituzioni per discutere delle principali sfide da affrontare nel contesto della nuova programmazione europea 2014-2020.

Durante l’incontro ampio spazio è stato dato ad alcune esperienze virtuose promosse in Italia, a livello regionale. La prima è stata portata sul tavolo dal presidente di Confprofessioni Lombardia, Giuseppe Calafiori. La Regione Lombardia, ha spiegato Calafiori, ha aperto con Confprofessioni un tavolo per affrontare il problema della partecipazione ai bandi da parte dei professionisti. Attraverso “il lavoro di squadra e un’interlocuzione ferma“, il confronto tra le parti ha portato alla stesura di un protocollo d’intesa in via di approvazione.

Altro esempio virtuoso è stato portato da Antonio Masi, funzionario dell’ufficio competente per le Professioni intellettuali – Settore Formazione e Orientamento della Regione Toscana. Dal 2008, l’amministrazione regionale ha una legge che promuove il dialogo con i professionisti e negli ultimi mesi ha permesso al mondo professionale di partecipare attivamente al processo di programmazione a livello regionale. Sempre a sostegno dei professionisti la Regione ha istituitostrumenti finanziari ad hoc per promuovere iniziative di progettazione europea.

Hanno partecipato alla tavola rotonda anche i rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee. Nello specifico: Federico Lasco, dirigente del Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica; Maria Margherita Migliaccio, direttore generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Francesco Tufarelli, consigliere giuridico del sottosegretario agli Affari Europei della Presidenza del Consiglio; Vittorio Calaprice, analista politico per la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Rispondendo all’appello dei professionisti per un maggior coinvolgimento nelle politiche di sviluppo, le istituzioni hanno, a loro volta, lanciato una sfida al mondo delle professioni: garantire una presenza stabile sul territorio e presso i tavoli di partenariato con le PA per tutto il ciclo di programmazione, dimostrando un impegno costante e un approccio sistemico alla formazione e alpotenziamento delle competenze. Nel processo di semplificazione per l’accesso ai bandi della programmazione europea, la nascente Agenzia della Coesione territoriale, ha spiegato Lasco, intende coinvolgere le organizzazioni di rappresentanza delle professioni, in qualità di mediatori tra le amministrazioni e le imprese, nella fase di definizione delle modalità di presentazione dei progetti. Nella “partita dei fondi europei”, ha detto Tufarelli, i professionisti devono avere un ruolo che vada al di là del loro impegno professionale. Il difficile momento storico chiama dunque gli ordini professionali a partecipare allo sforzo di tutto il Sistema Paese, dando il proprio contributo sia nellapredisposizione dei bandi che nell’assistenza ai potenziali beneficiari. La programmazione 2014-2020, ha concluso Tufarelli, sarà il banco di prova di questo impegno. Vittorio Calaprice ha ricordato che il nuovo commissario Ue all’industria, Bienkowska, ha appena confermato la scorsa settimana di voler proseguire l’opera avviata dal suo precedessore nell’organizzare il Forum delle libere professioni entro il 2015. Ha infine assicurato – da parte dell’Ufficio di Rappresentanza della Commissione UE a Roma – massima disponibilità di ascolto e di riporto a Bruxelles delle esigenze delle categorie professionali italiane.