Illustrissima On. Beatrice Lorenzin, Consapevole della Sua sensibilità e attenzione al problema in oggetto Le scrivo in nome e per conto di tutti i pediatri italiani che quotidianamente si trovano impegnati a promuovere l’attività motoria nell’infanzia. So che Lei è a conoscenza delle difficoltà e complicazioni che il susseguirsi di DL nel corso del 2013 culminati con il decreto attuativo dell’8 agosto 2014 “Linee guida d’indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica” ha indotto presso le famiglie dei nostri assistiti. La nebulosa definizione di “attività sportiva non agonistica”, l’obbligo di un Elettrocardiogramma per il rilascio della certificazione relativa (che non ha riscontro nella letteratura scientifica pediatrica internazionale) e i costi derivanti, hanno reso complesso e più difficile l’approccio alla attività motoria organizzata, specialmente per i bambini delle fasce sociali più disagiate. Il presupposto del tema “promuovere l’attività fisica organizzata nei bambini” poggia su un principio inconfutabile: l’attività motoria è universalmente riconosciuta come strumento di prevenzione e cura di malattie metaboliche e raggiungimento di un ottimale stato psicofisico. I bambini, che per caratteristiche proprie sarebbero portati al movimento continuo spontaneo, purtroppo sono sempre più condizionati dal modello sociale che, riducendo gli spazi liberi e aumentando l’immobilità con distrazioni telematiche sempre più totalizzanti, favorisce errati stili di vita. È pertanto indispensabile facilitare l’approccio all’attività motoria costante fin dai primi anni di vita per favorire un modello di comportamento permanente.
Per raggiungere l’obiettivo sarebbe opportuno liberare da qualsiasi obbligo certificativo tutte le attività motorie organizzate nella prima infanzia almeno fino ai 6 anni. La promozione dell’attività fisica rientra a pieno titolo nei compiti istituzionali della scuola, considerato il ruolo fondamentale che svolge nell’ambito della formazione e della crescita dei bambini, per cui anche in questo contesto la certificazione delle attività sportive parascolastiche andrebbe ridefinita e precisata, escludendola dall’onere certificativo. Questo al fine di favorire la libera partecipazione di tutti gli alunni, quale completamento dell’educazione motoria fornita dall’insegnamento di educazione fisica, salvaguardando la certificazione per quanto concerne l’attività svolta per i Giochi della gioventù, a partire dalle fasi successive a quelle di Istituto o reti di Istituti. Il gruppo di lavoro ad hoc istituito per emanare una nota esplicativa di una legge rivelatasi controproducente (mi e Le chiedo perché un rappresentante dei pediatri che quotidianamente sono in prima linea sul tema non sia stato coinvolto in questo organismo a portare la voce delle famiglie oltre a Istituzioni e associazioni di settore) di concerto con l’ufficio legislativo del Ministero in data 17 giugno 2015 ha elaborato un parere espresso nella Nota del Ministero della Salute prot. n° 5479. Il documento conferma come la certificazione per l’attività sportiva non agonistica e l’ECG devono essere richiesti esclusivamente per i soggetti tesserati al CONI o Società sportive affiliate a Federazioni o Enti sportivi da questo riconosciuti, andando a creare una poco comprensibile differenziazione. E’ noto che quasi tutte le palestre, piscine e circoli sono affiliati al CONI e quando organizzano corsi di varia tipologia tesserano d’ufficio i praticanti a prescindere dall’età e dal tipo di impegno Signor Ministro, penso Lei condivida quanto sia paradossale e difficile da giustificare alla mamma di un lattante di 9 mesi che inizia un corso di acquaticità la necessità per legge di ECG e certificato non agonistico per il semplice fatto che iniziando il corso viene automaticamente tesserato dalla piscina, essendo questa affiliata per motivi di opportunità amministrativa ! Bene ha fatto la Commissione Affari sociali della Camera a confermare l’abolizione del certificato sportivo per l’attività ludico motoria, come giusto che siano fatti salvi i casi giudicati a rischio dal curante, in un contesto nel quale le strutture che organizzano attività ricreative in età pediatrica continuano a richiedere certificati per motivi assicurativi o di tesseramento vario.
Sicuro della Sua disponibilità a riesaminare la questione che ha forti implicazioni sociali anche per i costi connessi non previsti nei LEA, allontanando le famiglie dall’offrire l’opportunità di praticare attività motoria organizzata ai propri figli, mi metto a Sua disposizione insieme ai due Presidenti di Area Pediatrica, cofirmatari della presente, prof. Giovanni Corsello della SIP e dott. Paolo Siani dell’ACP con cui partecipo al Tavolo tecnico per la pediatria da Lei con lungimiranza istituito in dicembre 2014 per contribuire a migliorare la salute e l’organizzazione dei Servizi per l’infanzia e l’adolescenza.
Molti cordiali saluti
Giampietro Chiamenti Presidente Nazionale Federazione Italiana Medici Pediatri-FIMP
Giovanni Corsello Presidente Nazionale Società Italiana di Pediatria –SIP
Paolo Siani Presidente Nazionale Associazione Culturale Pediatri-ACP