Istat: nel terzo trimestre Pil +0,2%, cala la disoccupazione a ottobre

La crescita tendenziale del prodotto interno lordo (0,8%) è tuttavia inferiore alle attese. Sul fronte del lavoro, il dato positivo interessa principalmente donne e over 34 Nel terzo trimestre del 2015 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti del terzo trimestre del 2014. La stima
La crescita tendenziale del prodotto interno lordo (0,8%) è tuttavia inferiore alle attese. Sul fronte del lavoro, il dato positivo interessa principalmente donne e over 34

Nel terzo trimestre del 2015 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti del terzo trimestre del 2014. La stima preliminare diffusa lo scorso 13 novembre aveva rilevato la stessa variazione congiunturale e una crescita tendenziale dello 0,9%. A renderlo noto è l’Istat nella sua relazione trimestrale.

 

L’Istituto sottolinea, tuttavia, che il terzo trimestre del 2015 ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2014. La variazione acquisita per il 2015 è pari a +0,6%.

 

Rispetto al trimestre precedente, l’andamento della domanda interna ha agito in maniera diversa a seconda del comparto: i consumi finali nazionali sono cresciuti dello 0,4%, mentre gli investimenti fissi lordi hanno segnato una flessione dello 0,4%. Riguardo alle componenti estere, le importazioni sono aumentate dello 0,5% e le esportazioni sono diminuite dello 0,8%.

 

L’Istat rileva andamenti congiunturali positivi per il valore aggiunto di tutti i principali comparti, con incrementi di 2,3% nell’agricoltura, 0,3% nell’industria e 0,1% nei servizi. Si registrano variazioni positive del valore aggiunto anche in termini tendenziali: 3,7% nell’agricoltura, 0,9% nell’industria e 0,5% nei servizi.

 

Sempre oggi l’Istituto di statistica ha reso noti per la prima volta i dati mensili su occupati, disoccupati e inattivi per classi di età. Dopo la crescita registrata tra giugno e agosto (+0,5%) e il calo di settembre (-0,2%), a ottobre 2015 la stima degli occupati diminuisce ancora dello 0,2% (-39 mila). Il calo è determinato dagli indipendenti mentre i dipendenti restano sostanzialmente invariati. Il tasso di occupazione diminuisce di 0,1 punti percentuali, arrivando al 56,3%. Su base annua l’occupazione cresce dello 0,3% (+75 mila persone occupate) e il tasso di occupazione di 0,4 punti.

 

La stima dei disoccupati a ottobre diminuisce dello 0,5% (-13 mila); il calo riguarda le donne e la popolazione di età superiore a 34 anni. Il tasso di disoccupazione, pari all’11,5%, resta sostanzialmente invariato dopo il calo dei tre mesi precedenti. Nei dodici mesi la disoccupazione diminuisce del 12,3% (-410 mila persone in cerca di lavoro) e il tasso di disoccupazione di 1,4 punti.

 

Dopo la crescita di settembre (+0,5%), la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta ancora nell’ultimo mese dello 0,2% (+32 mila persone inattive). Diminuisce il numero di inattivi maschi e di età inferiore a 50 anni. Il tasso di inattività, è pari al 36,2%, in aumento di 0,1 punti percentuali. Su base annua l’inattività aumenta dell’1,4% (+196 mila persone inattive) e il tasso di inattività di 0,6 punti percentuali.

 

Complessivamente, rispetto al trimestre precedente, nel periodo agosto-ottobre 2015 la stima dei disoccupati diminuisce di 142 mila, a fronte di una crescita degli occupati (+32 mila) e degli inattivi (+66 mila).

 

A commentare i dati è intervenuto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “Il calo congiunturale degli occupati è dovuto, essenzialmente, ad una diminuzione del numero dei lavoratori indipendenti, mentre continua ad aumentare il numero dei dipendenti. Questo può essere considerato un effetto delle scelte compiute per rendere più conveniente il contratto a tempo indeterminato che portano alla riduzione delle false partite IVA e delle collaborazioni a progetto. Insieme alla costante riduzione dell’utilizzo della cassa integrazione ed all’aumento dei contratti stabili, è una conferma del miglioramento qualitativo dell’occupazione nel nostro paese”.