Via libera al nuovo codice degli appalti

Palazzo Chigi vara il provvedimento che disciplina contratti pubblici e concessioni. Rafforzati i poteri di controllo dell’Anac Approvato il nuovo Codice Appalti. Come previsto dalla legge delega n.11 del 28 gennaio 2016, il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 3 marzo, ha dunque recepito in un unico decreto le direttive appalti pubblici e concessioni e riordinato
Palazzo Chigi vara il provvedimento che disciplina contratti pubblici e concessioni. Rafforzati i poteri di controllo dell’Anac

Approvato il nuovo Codice Appalti. Come previsto dalla legge delega n.11 del 28 gennaio 2016, il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 3 marzo, ha dunque recepito in un unico decreto le direttive appalti pubblici e concessioni e riordinato la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture e contratti di concessione. Lo comunica una nota diffusa da Palazzo Chigi.

 

Il nuovo “Codice degli appalti pubblici e dei contratti di concessione” prevede l’emanazione di linee guida di carattere generale, da approvare con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti su proposta dell’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) e previo parere delle competenti commissioni parlamentari. “Le linee guida, quale strumento di soft law – si legge nella nota – contribuiranno ad assicurare la trasparenza, l’omogeneità e la speditezza delle procedure e fornire criteri unitari”. Viene inoltre regolata la Governance, con il rafforzamento dell’ANAC nel sostegno alla legalità, il ruolo del Consiglio Superiore del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e l’istituzione della cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

 

Il Codice è articolato in sequenza, dal momento in cui si decide una procedura di affidamento a quello finale dell’esecuzione. Declina la pianificazione, programmazione e progettazione, fasi fondamentali per la stazione appaltante, le modalità di affidamento, individuando i principi comuni a tutti  i tipi di affidamento: trasparenza, economicità, efficacia, correttezza, tempestività, libera concorrenza, non discriminazione, applicabilità dei contratti collettivi al personale impiegato nei lavori, servizi e forniture oggetto dei contratti, applicabilità della legge 241/1990, il RUP, le fasi delle procedure, i controlli sugli atti di affidamento e i criteri di sostenibilità energetica e ambientale.

 

Per la prima volta il Codice, come richiesto dal legislatore europeo, affronta l’istituto della concessione in modo organico. Viene infatti prevista una disciplina unitaria per le concessioni di lavori, servizi e forniture, oltre a una nuova disciplina del sistema delle garanzie.

Nell’ambito delle misure di trasparenza – informa la nota del Governo – si prevede il graduale passaggio a procedure interamente gestite in maniera digitale, il ricorso a mezzi elettronici di comunicazione ed informazione, e la pubblicità di tutte le fasi precedenti e successive della gara. Vengono infine ridotte a due le banche dati, una, presso l’ANAC, per l’esercizio dei poteri di vigilanza e controllo e l’altra, presso il MIT, sui requisiti generali di qualificazione degli operatori economici.